Titolo
Testo
Aterno (Pescara)
Città romana sulla costa adriatica, allo sbocco del fiume Aternus, fu quasi distrutta dalle invasioni barbariche e rifiorì nel medioevo con il nome di Piscaria, divenuto poi Pescara. La stessa denominazione assunse il tratto finale del fiume Aterno. Nel 1927 a Pescara fu unito Castellamare Adriatico, posto sulla riva sinistra del fiume, e la città fu fatta capoluogo dell’omonima provincia istituita nello stesso anno.
La notizia di un insediamento ebraico ad A. sembra dedursi da una leggenda che ha per protagonisti negativi alcuni ebrei[1]. Essa narra che, la vigilia del Giovedì Santo del 1062 dieci ebrei, entrati nella sinagoga, spalmarono di cera una vecchia tavola e, dopo avervi disegnato una croce e i contorni di un corpo, lo trafissero con spine, con frecce e con una lancia. Tornati l’indomani nella sinagoga, videro la tavola bagnata di sangue, che colava anche a terra e si raggrumava con la polvere. Presi dal terrore, raccolsero il sangue e il terriccio in un’ampolla e la nascosero. Circa tre anni dopo, per dissidi sorti fra due degli autori della profanazione, questa fu divulgata e ne fu informato il Conte di Chieti, Trasmondo. Sotto tortura, i colpevoli riferirono quello che era accaduto: il Conte ordinò quindi di ritrovare gli oggetti legati all’evento, che furono deposti solennemente nella chiesa di San Salvatore di Pescara. La sinagoga fu trasformata in chiesa, sotto il titolo di Santa Gerusalemme, e dodici ebrei abiurarono il giudaismo e accolsero la fede cristiana.
Il racconto contiene l’armamentario tipico delle leggende della Passione, compilate con finalità edificanti o chiaramente antigiudaiche. Quanto alla chiesa di Santa Gerusalemme, essa si è conservata sino al XVIII secolo. Il complesso, a pianta circolare con cupola, ormai fatiscente fu demolito alla fine dell’Ottocento. Oggi si ritiene che le sue strutture originali non fossero quelle di una sinagoga, ma di un edificio romano, forse cultuale, databile ai primi decenni del IV secolo[2]. Poiché tali strutture evocavano fortemente quelle della chiesa del “Santo Sepolcro” di Gerusalemme, esse furono nell’XI secolo trasformate in chiesa dedicata appunto alla Santa Gerusalemme. Da notare che Rodolfo Glabro attribuì esplicitamente ad un complotto degli ebrei la demolizione della chiesa del Santo Sepolcro ordinata nel 1009 dal califfo d’Egitto al-Hakim[3]; inoltre, in quel tempo i pellegrinaggi cristiani alla città santa erano sovente aggrediti dai predoni arabi, e non è improbabile che anche l’origine delle aggressioni fosse confusamente attribuita agli ebrei. È possibile che da tali voci sia sorta l’idea di un’azione violenta contro gli ebrei di A. e, a ricordo, la trasformazione di un’antica struttura in chiesa dedicata alla Passione del Signore e alla Santa Gerusalemme.
Bibliografia
Ferorelli, N., Gli ebrei nell’Italia meridionale dall’età romana al XVIII secolo, Torino 1915.
Mincione, G., “Tractatus de Passione Domini facta in Civitate Aternensi” di Attone vescovo di Chieti, in Abruzzo. Rivista dell’Istituto di Studi Abruzzesi 5 (1967), pp. 99-122.
Staffa, A.R., Scavi nel centro storico di Pescara, 1: Primi elementi per una ricostruzione dell’assetto antico ed altomedievale dell’abitato di “Ostia Aterni-Aternum”, in Archeologia medievale 18 (1991) , pp. 262-268.
Ughelli, F., Italia sacra, 9 voll., Roma 1643-1662.
[1]Ughelli,F., Italia Sacra, VI, 691-696; Mincione, G., “Tractatus de Passione Domini facta in Civitate Aternensi” di Attone vescovo di Chieti, pp. 99-122; Ferorelli, N., Gli ebrei nell’Italia meridionale, p. 37.
[2]Staffa, A.R., Scavi nel centro storico di Pescara, 1: Primi elementi per una ricostruzione dell’assetto antico ed altomedievale dell’abitato di “Ostia Aterni-Aternum”, pp. 262-268.
[3] Hist. III, 7: ML 142, 657-659. Si veda anche, per gli inizi del XV secolo, Ferorelli, N., Gli ebrei nell’Italia meridionale, p. 69.