Ancarano

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Ancarano

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Ancarano

Provincia di Teramo. Sita su di un colle dello spartiacque tra il basso corso del fiume Tronto e il torrente Vibrata, fu signoria dei vescovi di Ascoli dal secolo IX  al 1818, quando passò allo Stato Pontificio e da questo, nel 1852, al regno delle due Sicilie[1].

Angelo di Salomone e suo fratello aprirono ad A. nel 1513 un banco di prestito. La concessione doveva essere rinnovata ogni tre anni, i mutuanti – tenuti a portare il segno – erano autorizzati a fare in loro case la sinagoga per compiervi il culto secundo lo solito loro e dovevano versare al vescovo di Ascoli, forse per l’intero triennio, 40 ducati d’oro. Nel 1526 la somma fu ridotta a 15 ducati d’oro: gestivano in quest’anno il banco Abramo di Angelo e Raffaele di Emanuele, entrambi di Ascoli[2].

La comunità di A. era tenuta al pagamento delle varie tasse imposte dalla Sede Apostolica insieme alle altre della Marca anconitana, me nel 1533 (con Ascoli) ottenne di pagarle separatamente da esse, trascorso il triennio fiscale[3].

 

Bibliografia

Berardi, M.R., Per la storia della presenza ebraica in Abruzzo e nel Molise tra Medioevo e prima Età Moderna: dalla storiografia alle fonti, in L'ebraismo dell'Italia Meridionale peninsulare. Dalle origini al 1541: società, economia, cultura, IX Congresso internazionale dell'Associazione Italiana per lo studio del Giudaismo, a cura di Fonseca, C.D. et alii Galatina 1996, pp.267-294.

Fabiani, G., Ascoli nel Quattrocento, Ascoli Piceno 1950.

Simonsohn, S., The Apostolic See and the Jews, 8 voll., Toronto 1988-1991.


[1] Berardi, M.R., Per la storia, p. 271.

[2] Fabiani, G., Ascoli nel Quattrocento, I, p. 355.

[3] Cfr. Simonsohn, S., The Apostolic See,  pp. 2674-2675, doc. 2828 (a. 1549); pp. 2750-2752, doc. 2941 (a. 1550); p. 2852, doc. 3118 (1552); pp. 2875-2876, doc. 3144 (a. 1553).

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