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Provincia di Pescara. Posto su di uno sprone alla sinistra del fiume Pescara, il centro trae probabilmente origine dall’età longobarda, come sembrerebbe suggerire la persistenza del toponimo “fara” ad indicare una parte di esso. Assegnato da Lotario II al monastero di San Clemente a Casauria, fu nel XIV feudo dei Camponeschi, dei Caracciolo, dei D’Aquino ed infine dei Fieramosca. Nel 1443 fu tassato per 114 fuochi e nel 1532 per 190.
Il 12 dicembre 1459 la Camera Aquilana consegnò 50 ducati a Ventura ebreo abitante ad A. con l’incarico di acquistare al miglior prezzo quanto grano gli fosse stato possibile[1].
Il 15 febbraio 1487 la Camera della Sommaria intervenne a favore di un giudeo di A. di nome Mosè. Questi era stato costretto a consegnare al principe di Capua 50 ducati di proprietà di Sabbatuzo dell'Aquila e poiché questi reclamava da Mosè la restituzione del denaro, la Sommaria ordinò di prendere informazioni sulla vicenda, e se fosse risultato vero che la somma era stata presa per servizio del re, essa doveva essere scomputata a Sabbatuzo dai pagamenti fiscali[2].
Bibliografia
Berardi, M.R., Per la storia della presenza ebraica in Abruzzo e nel Molise tra Medioevo e prima Età Moderna: dalla storiografia alle fonti, in L'ebraismo dell'Italia Meridionale peninsulare. Dalle origini al 1541: società, economia, cultura, IX Congresso internazionale dell'Associazione Italiana per lo studio del Giudaismo, a cura di Fonseca, C.D. et alii Galatina 1996, pp.267-294.
Colafemmina, C., Documenti per la storia degli ebrei in Abruzzo (I), in Sefer Yuhasin 1 (1985), pp. 2-7.
Silvestri, A. Gli ebrei nel regno di Napoli durante la dominatione aragonese, in Campania Sacra, 18 (1987), 21–77.