Castel San Pietro

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Castel San Pietro

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Provincia di Bologna. Il castrum fu edificato da Bologna intorno al 1199, per difendersi da Imola.

È documentata nel 1398 l'esistenza di un banco a C. di cui era titolare Gaio di Salomone (o Samuele) da Gubbio, sostituito, l'anno seguente, da Musetto di Salomone (forse suo fratello) e, nel 1411, da Manuele di Salomone[1].

Poco più di vent'anni dopo, nel 1434, la popolazione riuscì a porre fine all'assalto delle truppe di Nicolò Piccinino versando un'ingente somma di denaro e consentendo di lasciare i suoi soldati liberi di "saccheggiare l'ebreo che prestava al castello"[2].

Dopo qualche decennio, risultava aver ottenuto la condotta Bonaventura del fu Dattilo di Pesaro anche a nome degli eredi di un grande banchiere bolognese, il fu Musetto di Ventura[3]: nello stesso anno (il 1460), Musetto di Ventura aveva investito ben 1.300 libbre nel banco di C.[4].

Sul finire degli anni ’60 del Quattrocento, la condotta passò a Bonaventura del fu Dattilo di Pesaro e a Musetto suo figlio: il tasso di interesse mensile stabilito per i residenti era di 5 denari per lira, mentre per i forestieri era di 6[5].

Abitante in questa località fu anche Josef (Ventura) del fu Abramo Caravita da Bologna che, nel 1482, aveva finanziato a Bologna la stampa del Pentateuco e vi aveva commissionato, due anni dopo, un manoscritto, ottenendo nel 1493 di aprire un banco feneratizio a Mantova, con Aronne di Salomone da Revere, anch'egli precedentemente residente a C.[6].

Nel 1511 venne approvata e confermata dall'autorità papale, per un decennio, la condotta stipulata dall'ebreo Angelo Davit da Tossignano, abitante a qui e a Medicina, con la popolazione di queste due località: per il decennio successivo subentrò, invece, Angelo Abraam da Fano, cui fu rinnovata la tolleranza per un quinquennio nel 1529.

Nel 1550 a Musetto di Simone da Carpi e Devota, vedova di Mosè da Revere, con i familiari ed i soci, venne concesso di fenerare a C., secondo le condizioni accordate agli ebrei di Bologna e dei territori limitrofi[7].

Nell'elenco dei banchi ebraici autorizzati da Sisto V, figurava anche quello di C., gestito, nel 1587, da Giacobbe di Mosè da Carpi e, l'anno seguente, da Salvatore da Modena e Mosè Abraam, che si erano associati[8].

 

Bibliografia

 

Bonfil, R., Gli ebrei in Italia nell'epoca del Rinascimento, Firenze 1991.

Campanini, A., Quod possit fenerari… Banchi, prestatori ebrei e comunita rurali del contado bolognese nella seconda meta del XV secolo, in Muzzarelli, M.G. (a cura di), Banchi ebraici a Bologna nel XV secolo, Bologna 1994, pp. 159-199.

Colorni, V., Judaica Minora, Milano 1983.

Loevinson, E., La concession de banques de prêts aux Juifs par les Papes des seizième et dix-septième siècles, REJ 93 (1932), pp. 157-178.

Loevinson, E., Notizie e dati statistici sugli ebrei entrati a Bologna nel secolo XV, in Annuario di studi ebraici 1938, pp. 125-173.

Luzzati, M., La casa dell'Ebreo, Pisa 1985

Luzzati, M., Banchi e insediamenti ebraici nell'Italia centro-settentrionale fra tardo Medioevo e inizi dell'Età moderna, in Vivanti, C. (a cura di) Storia d'Italia, Annali 11, Gli ebrei in Italia, Torino 1996, pp. 175-235.

Pini, A. I., Famiglie, insediamenti e banchi ebraici a Bologna e nel Bolognese nella seconda metà del Trecento, in Quaderni storici 54 (1983), pp. 783-814.

Simonsohn, S., History of the Jews in the Duchy of Mantua, Jerusalem 1977.

Simonsohn, S., The Apostolic See and the Jews, 8 voll. Toronto 1988-1991.


[1] Pini, A.I., Insediamenti ebraici a Bologna e nel Bolognese nella seconda metà del Trecento, p. 797. La presenza ebraica a C. è ricordata anche dal Luzzati, M., Banchi e insediamenti ebraici nell'Italia centro- settentrionale, p. 202.

[2] Ghirardacci, C., Della Historia di Bologna, Parte Terza, Citta di Castello 1915, p. 40, citato da Bonfil, R., Gli ebrei in Italia nell'epoca del Rinascimento, p. 48.

[3] Campanini, A., Quod possit fenerari... , p. 164.

[4] Luzzati, M., La casa dell'ebreo, p. 245. La condotta relativa al banco di C., in cui vengono menzionati gli eredi di Musetto, è datata 15 febbraio 1460, mentre l'investimento finanziario nello stesso banco è del 23 gennaio 1460: pertanto, potrebbe essere stato operato da Musetto come dagli eredi (cfr. Luzzati, ibidem, n. 68 e Campanini, A., op. cit.,  p. 164).

[5] Campanini, A., op. cit., p. 166; p. 187.

[6] Colorni, V., Judaica Minora, p. 749; Simonsohn, S., Mantua,  p. 208.

[7] Simonsohn, S., The Apostolic See and the Jews, doc. 1209, 1296, 1413, 2960.

[8] Loevinson, E., La concession de banques de prêts aux Juifs par les Papes, p. 162; Idem, Notizie e dati statistici sugli ebrei entrati a Bologna nel secolo XV, p. 141.

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