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Testo
Provincia di Parma. Il centro fu sotto il governo di diverse autorità politiche e, all'inizio del XV secolo, Gian Galeazzo Visconti ne investì Ottobuono, Giacomo e Giovanni Terzi. Dopo una serie di altri dominatori, Roberto Sanseverino divenne signore di C. e lo governò dal 1458 al 1477, dal 1479 al 1482 e dal 1483 al 1501, mentre gli Sforza di Milano lo tennero dal 1477 al 1479 e per qualche mese tra il 1482 e il 1483. Dopo una serie di travagliate vicende, C. passò a Ranuccio I Farnese, duca di Parma, nel 1612, rimanendo unito agli Stati di Parma e Piacenza anche in seguito. Con il trattato di Vienna (1738) Parma e Piacenza passarono all'Austria, ma, dopo il 1748, vennero cedute all' Infante don Filippo di Borbone, figlio di Filippo V di Spagna e di Elisabetta Farnese, con la clausola di ritornare nuovamente sotto l'Austria in particolari circostanze.
Sotto la signoria di Roberto Sanseverino un prestatore ebreo si era stanziato a C., per poi trasferirsi altrove, ma nel 1477 il Comune stipulò una condotta con il banchiere Simone (Samuel) de Maya, prontamente ratificata dai duchi di Milano, Bona e Gian Galeazzo Sforza.
Poco dopo, risulta che un nobile avesse cercato di estorcere del denaro a Simone e che la popolazione fosse intervenuta, chiedendo inoltre che all'ebreo fosse permesso di continuare a vivere a C.[1].
Nel 1517, si trova a Mantova un Simone fu Salomone da Colorno, presumibilmente discendente di Simone de Maya[2].
Forse nacque a C. anche il celebre ingegnere, inventore e studioso Abramo Colorni, autore di svariate opere manoscritte e di un'opera stampata[3].
Tra le località cui venne accordata da Ottavio Farnese la concessione dodecennale di un banco feneratizio nel 1562, ratificata nel 1565 a nome del pontefice, vi era anche C., cui venne prorogata la concessione nel 1578. Un banco di prestito risultava autorizzato a C. anche negli anni 1581–1629.
Da un documento del 1598, sappiamo che gli ebrei di C. erano stati accusati dal Santo Uffizio di avere al proprio servizio donne cristiane[4].
L'attività feneratizia prosegui apertamente a C., come nelle altre località del ducato di Parma e Piacenza, sino al 1669, mentre, dopo questa data, continuò in sordina, coperta preferibilmente da gestioni agricole: svariati documenti e scambi di lettere tra le autorità di Milano e quelle di Parma e Piacenza trattano, però, del rinnovo del privilegio ebraico per risiedere e fenerare in una serie di luoghi, tra cui C.
Il duca Francesco Farnese elargì dei privilegi nel 1726, ma, con il successivo passaggio all'Impero, sorse il problema se occorresse o meno l’autorizzazione papale per la loro estensione[5]: in ogni caso, la presenza ebraica continuò a C. per tutto il XVIII secolo e oltre[6].
Demografia
L'unico dato demografico relativo alla presenza ebraica a C. nel periodo precedente l'emancipazione, risale al rapporto, inviato nel 1749, ai rappresentanti del governo borbonico, in cui si rilevava: Al più cinquanta comprese donne e ragazzi sono gli hebrei[7].
Quartiere ebraico
Da una mappa di C. del 1768, corredata dalle indicazioni catastali, risulta che tutte le abitazioni del borgo S. Margherita (ora via De Amicis) appartenevano a ebrei: non si trattava, tuttavia, di un vero e proprio ghetto, dato che risultavano di proprietà ebraica anche numerose abitazioni site nelle vie circonvicine. Sulle case degli ebrei un rapporto inviato, nel 1749, su richiesta del nuovo governo Borbone, riferiva: restano framischiate con quelle de'cristiani, e sono situate qui in Colorno...nel borghetto chiamato il borghetto degli ebrei, il quale si trova vicinissimo alla chiesa, al punto che molti ebrei dalle loro finestre possono vedere fin nel mezzo della chiesa stessa, quando la porta laterale rimane aperta[8].
Sinagoga
Da un documento risulta che, nel 1727, esisteva una sinagoga a C., nella casa di Mosè e Abramo Foà, ma nel 1751 veniva raggiunto un accordo tra Isach Fano e l'Università degli ebrei di C. per l'erezione di una nuova sinagoga in un edificio di proprietà dello stesso Fano[9].
Cimitero</>
Secondo la tradizione orale, esisteva a C., un antico cimitero ebraico in località Santino. Inoltre, da una mappa topografica di C. del 1768, risultano di proprietà ebraica due appezzamenti di terra che, per l'ubicazione e le dimensioni, fanno supporre che fossero adibiti ad uso cimiteriale[10].
Bibliografia
AA. VV., Cultura ebraica in Emilia-Romagna, Rimini 1987.
Artocchini, C., Gli Ebrei a Fiorenzuola, in Pagine storiche di Fiorenzuola d'Arda, 11 (1969), pp. 49-64.
Colorni, V., Judaica Minora. Saggi sulla storia dell'ebraismo italiano dall'antichita all'eta moderna, Milano 1983.
Loevinson, E., Gli ebrei di Parma, Piacenza e Guastalla, in RMI VII (1932–33), pp. 351-358. Loevinson, E., La concession de banques de prêts aux Juifs par les Papes des seizième et dix-septième siècles, in REJ 92 (1932) pp. 156-178
Loevinson, E., Notizie e dati statistici sugli ebrei entrati a Bologna nel secolo XV, in Annuario di studi ebraici, 1938, pp. 125-173.
Luzzati, M., Banchi e insediamenti ebraici nell'Italia centro-settentrionale fra tardo Medioevo e inizi dell'Età moderna, in Vivanti, C. (a cura di), Storia d'Italia, Annali 11, Gli ebrei in Italia, Torino 1996, pp. 175-235.
Milano, A., Storia degli ebrei in Italia, Torino, 1963.
Ravà, V., Gli israeliti nelle province parmensi, in L'Educatore israelita, 18 (1870) pp. 169-180.
Simonsohn, S.,The Jews in the Duchy of Milan, Jerusalem 1982-1986.
Simonsohn, S., History of the Jews in the Duchy of Mantua, Jerusalem, 1977.
Stern, M., Urkundliche Beiträge über die Stellung der Päpste zu den Juden, Kiel 1893–1895.
[1]Colorni, V., Judaica Minora, p. 640; p. 758; Simonsohn, S., The Jews in the Duchy of Milan, II, docc. 1734, 1761.
[2] Colorni, V., op. cit., pp. 640-641.
[3] Simonsohn, S., History of the Jews in the Duchy of Mantua, p. 519, pp. 704-705.
[4] Loevinson, E., Gli ebrei di Parma, Piacenza e Guastalla, pp. 352-353; Idem, La concession de banques de prêts aux Juifs par les Papes des seizième et dix-septième siècle, p. 178; Idem, Notizie e dati statistici sugli ebrei entrati a Bologna nel secolo XV, p. 141; Stern, M., Urkundliche Beiträge, I, p. 174. Il banco di C. è ricordato anche da Artocchini, C., Gli Ebrei a Fiorenzuola, p. 50 e da Luzzati, M., Banchi e insediamenti ebraici nell'Italia centro-settentrionale, p. 202.
[5] Simonsohn. S., op. cit., III, doc. 4715.
[6] Milano, A., Storia degli ebrei in Italia, p. 303; p. 336; Ravà, V., Gli israeliti nelle province parmensi, p. 175; p. 180.
[7] Levi, P., Gli ebrei a Parma e Colorno, pp. 119-120, in AA. VV., Cultura ebraica in Emilia-Romagna.
[8] ibidem.
[9] Ivi, pp. 114-120.
[10] AA.VV., op. cit., p. 93.