Castelnovo di Sotto

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Castelnovo di Sotto

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Castelnovo di Sotto (già Castelnuovo o Castronovo Parmense)

Provincia di Reggio Emilia. Attestato nella documentazione almeno dalla fine del X secolo, C. fu in precedenza preda delle scorrerie dei Galli Ungari, che portarono alla costruzione di una prima fortificazione. Nel XIII secolo fu edificata l’attuale rocca e da quell’epoca al ‘600 il centro passò sotto il potere dei da Correggio, dei Visconti, di Ottobono Terzi e degli Estensi.

 

Il primo documento riguardante una presenza ebraica a C. risale al 1455, quando Francesco Sforza riconfermò il privilegio, concesso originariamente da Lionello d'Este, a Zanate (Yonatan) e Musetto (Mosè) di Bologna, autorizzandoli a prestare soldi a interesse in questa località. L'anno successivo, il podestà di Parma ricevette ordine di aiutare Zanatano di C. a recuperare i propri crediti e due anni dopo, lo stesso, in causa con Bartholameo de Portis, protestò con il Duca per ottenere che il caso fosse giudicato da un giudice più qualificato del podestà di Cremona. In seguito, il prestatore comparve nuovamente in un documento attestante le sue lettere patenti contro i creditori e nel 1460 Francesco I Sforza intervenne più volte a suo favore, in particolare per aiutarlo a recuperare i suoi crediti, onde permettergli di far fronte agli obblighi contratti con l'erario ducale.

Una decina d'anni dopo, Magister Manno, medico a C., ebbe un privilegio e ottenne l'appoggio del castellano locale per recuperare i propri crediti, secondo quanto statuito dal suo stesso privilegio.

Nel 1471 il Duca concesse la absolutio agli ebrei del Ducato, tra cui Abramo e Davide di C., residenti a Parma.

Nel 1488 tra gli israeliti del Ducato condannati per aver vilipeso la fede cristiana, vi era anche Isach del fu Salomone di Parma, residente a C. e nel 1492 è attestato la presenza in loco del banchiere Angelo di Zaccaria[1].

Poco prima della metà del XVI secolo, nella lista di località da cui riscuotere la vigesima ebraica, compariva anche Castelnovo (Castro Novo)[2].

Dallo scambio di lettere tra Mosè Carmini di Saul Raffaele e la famiglia si apprende che il primo venne inviato a C., all'inizio del 1572, per studiare con il rabbino Shimshon Diena, imparentato con la famiglia del ricco e prestigioso rabbino Isacco Foa di Reggio[3].

Infine, il banco ebraico di C. è ricordato anche da un documento del 1619[4].

Bibliografia

Balletti, A., Gli ebrei e gli Estensi, Reggio Emilia 1930.

Boksenboim, Y. (a cura di), Igrot beit Carmi Cremona 1570–1577, Tel-Aviv 1983. Simonsohn, S., The Jews in the Duchy of Milan, Jerusalem 1982-1986.

Simonsohn, S., The Apostolic See and the Jews, 8 voll., Toronto 1988-1991.


[1] Simonsohn, S., The Jews in the Duchy of Milan, I, doc. 395, 450, 574, 680, 687, 688, 689, 697, 1250, 1302; II, doc. 2165; Toaff', A., Umbria, Doc. 2006.

[2] Simonsohn, S.,op. cit., doc. 2474.

[3] Igrot Beit Carmi,pp. 12, 24 e passim.

[4] Balletti, A., Gli ebrei e gli Estensi, p. 67.

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