Titolo
Testo
Brescello (ברשלו, בירשיל, בירשילו, בירסיל, בירסילו[1])
Provincia di Reggio Emilia. Il centro, fondato dai Galli Cenomani, fu conquistato dai Romani e dal IV secolo fu sede vescovile. Nell’Alto Medioevo faceva parte dei domini bizantini e nel XII fu presa dal Comune di Parma: dopo un breve periodo sotto la Repubblica di Venezia e sotto Milano, fu ceduta agli Estensi ed anche dopo il 1598, continuò a far parte del loro Stato di ridotte dimensioni[2].
La prima traccia di una presenza ebraica a B. risale ad un documento del 1460, relativo alla quota di tasse che avrebbe dovuto pagare al Tesoro ducale un Bonaventura da B., previo accordo con gli Anziani ebrei di Piacenza o Cremona. Cinque anni dopo, in occasione delle pressioni esercitate dietro ordine ducale sui genitori di Stella, convertitasi con il nome di Paula, per darle una dote in vista del matrimonio, veniva menzionato ancora una volta il gruppo ebraico locale, in quanto la ragazza, prima di farsi cristiana, aveva lavorato cinque anni in casa di Bonaventura.
Dopo un silenzio di più di un cinquantennio, il centro torna nei documenti relativi al trasferimento di tale Angelo, feneratore, da Cremona a B. Un ulteriore cenno alla presenza ebraica si ritrova nell'ultimo decennio del secolo XVI, nel documento relativo alla dote di Marta di Angelo de Levitis del fu Guglielmo di Pavia, andata sposa a Josef de’ Sacerdoti del fu Consilio, residente a in questa località[3].
Il noto autore di responsa in materia di Legge ebraica, Azriel Diena, durante il primo trentennio del XVI secolo, soggiornò a B. per due consulti, anche se non vi risiedette, contrariamente a quanto riportato da una fonte ebraica più tarda[4].
Nella ripartizione dei fondi della comunità ebraica dello Stato di Milano, operata dai rabbini da Fano, Meli e Finzi, venivano menzionati svariati giudei residenti a Brescello: i membri della famiglia Carmini (Abraam, Emanuele Bondieo, Michele e le mogli)[5], Liberale di Benedetto da Monteclaro, Cervio e fratelli del fu Marco Sacerdote da Lodi, Isacco, del fu Angelo del fu Moise e i fratelli Iseppo e Abraam di B.
Risulta, inoltre, che il deputato dell'Università ebraica Consiglio Carmini, nonostante fosse tra gli ebrei cui, dopo l'espulsione, era stato concesso di rimanere nello Stato di Milano, nel 1599 si era già trasferito a B.[6] Tra gli israeliti cremonesi che si trasferirono a B. nelle stesse circostanze vi fu anche la famiglia Padova[7].
Da un atto notarile del 1601 risultava poi aver vissuto a B. Cervo de Sacerdotibus, in seguito trasferitosi a Lodi[8].
Verso la prima metà del secolo XVII, infine, torna ad essere documentata la presenza ebraica a B., in occasione del proclama emesso in una serie di località per chiamare le comunità in questione a collaborare alla ricerca dei beni rubati al sarto della duchessa di Mantova[9].
Ghetto
Un quartiere ebraico esisteva a B. sin dalla fine del XVI secolo e prendeva il nome di Via del Ghetto[10].
Sinagoga
Una fonte riporta che nella Via del Ghetto era stata costruita la sinagoga nei pressi dell'Oratorio cristiano di S. Marcellino: poiché la vicinanza dei due edifici di culto si era resa incompatibile, nel 1667 le immagini e gli arredi sacri del luogo di culto cristiano furono traslati altrove (previo versamento di 100 scudi per la costruzione di un nuovo Oratorio, pagati dagli ebrei al capitano locale), mentre la sinagoga non mutò di ubicazione.[11]
Cimitero
In una fonte è segnalata, senza indicazioni cronologiche, la presenza di un cimitero ebraico a B., situato lungo l'attuale Strada Provinciale[12].
Bibliografia
Balletti, A., Gli Ebrei e gli Estensi, Reggio Emilia 1930.
Boksenboim, Y. ( a cura di), Letters of Carmi Family. Cremona 1570-1577 (in ebr.), Tel-Aviv 1983.
Diena, A., Responsa of Rabbi Azriel Diena (in ebr.), I, Tel-Aviv 1977;.
Bondoni, S.M. - Busi, G. (a cura di), Cultura ebraica in Emilia-Romagna, Rimini 1987. Luzzati, M., Banchi e insediamenti ebraici nell'Italia centro-settentrionale fra tardo Medioevo e inizi dell'Età moderna, in Vivanti, C. ( a cura di ), Storia d'Italia, Annali 11, Gli ebrei in Italia, Torino 1996, pp. 175-235.
Milano, A., Storia degli ebrei in Italia, Torino, 1963.
Roth, C., The History of the Jews of Italy, Philadelphia 1946.
Segre, R., Gli ebrei lombardi nell'eta spagnola, Torino 1973.
Simonsohn, S., The Jews in the Duchy of Milan, Jerusalem 1982-1986.
Simonsohn, S., History of the Jews of the Duchy of Mantua, Jerusalem 1977.
[1] Queste sono le varie accezioni in cui compare la traslitterazione di “B.” nelle fonti ebraiche: Diena, A., Responsa of Rabbi Azriel Diena (in ebr.) I, p.20 (numerazione delle pagine in lettere ebraiche), n. 14.
[2]Roth, C., The History of the Jews in Italy, p. 340; Milano, A., Storia degli ebrei in Italia, p. 202, p. 302, p. 336.
[3]Simonsohn, S., The Jews in the Duchy of Milan, I, doc. 634, 910; II, doc. 2369; III, doc. 4091. La presenza ebraica a B. nel XV e XVI secolo è ricordata anche da Luzzati, M., Banchi e insediamenti ebraici nell'Italia centro-settentrionale, p. 202.
[4]Secondo il prestigioso collezionista di opere ebraiche e rabbino Avraham Yosef Shelomoh Graziani ( sec. XVII), Azriel Diena sarebbe vissuto a B., ma l'esame storico dei dati conduce a confutare questa opinione. (cfr. Diena, A., op. cit., Introduzione, pp. 18-19, numerazione delle pagine in lettere ebraiche). I due soggiorni di Azriel Diena a B., legati a consulti legali ebraici ebbero luogo nel 1519 e nel 1530 (cfr., ivi, p. 277; p. 414, p. 419).
[5]Ivi, III, doc. 4376, pp. 2035-2037, p. 2039, p. 2044. Cfr. anche Segre, R., Gli ebrei lombardi nell'età spagnola, p. 126. A proposito dei rapporti della famiglia Carmi con B., cfr. Boksenboim, Y. ( a cura di), Letters of Carmi Family (in ebr.), pp. 319, 320, 323, 341, 342.
[8] Simonsohn, S., op. cit., IV, p. 2645; p. 2667.
[9] Simonsohn, S., Mantua, p. 447, n. 396.
[10] Balletti, A., Gli Ebrei e gli Estensi, p. 186; Mori, A., Brescello nei suoi XXVI secoli di storia, Parma 1956, p. 212,citato in Bondoni, S.M. – Busi, G. ( a cura di), op. cit., pp. 24-25.
[11] Mori, A., op. cit.p. 212, citato in Bondoni, S.M. – Busi, G. ( a cura di) op. cit., p. 61.
[12] Mori, A., op. cit.p. 213, citato in Bondoni, S.M. – Busi, G. ( a cura di) op. cit.,pp. 94-95.