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Nel 1443 fu tassato per 101 fuochi, scesi nel 1483 a 68 per le perdite causate dall’invasione turca nella contrada, e nel 1532 per 147 fuochi.
Un Samuele da S. promosse causa nel 1453 al correligionario Tristayno di Nardò per la riscossione di un credito di 7 ducati e 2 tarì[1]. Samuele ed il figlio Iaco ottennero, poi, il 18 agosto 1470 dalla Camera della Sommaria la moratoria per un debito di 40 ducati e lo stesso Iaco, questa volta insieme alla madre Anna, il 20 agosto dello stesso anno ottenne la moratoria per un altro debito di 12 once[2].
Nel 1509 abitavano a S., insieme alle loro famiglie, Salomone, Mosè e Gaudino. La segnalazione dei tre nuclei è presente in una lettera della Camera della Sommaria in cui, su ricorso dell’università, si ordina al percettore provinciale di esigere da S. i contributi fiscali per 94 fuochi ordinari e, separatamente, i contributi dovuti da 5 fuochi straordinari, 3 dei quali erano giudaici e 2 albanesi[3].
Il toponimo Giudecca, ancora vivo nel 1749, indicava la via dove gli ebrei avevano avuto la loro dimora: come per la maggior parte delle piccole comunità di Terra d’Otranto, essa era in periferia, a ridosso delle mura[4].
Bibliografia
AA.VV ( a cura di), Fonti Aragonesi, Napoli 1957-1990.
Colafemmina, C., Ebrei e cristiani novelli in Puglia. Le comunità minori, Bari 1991.
Colafemmina, C., Insediamenti ebraici nel Mezzogiorno d’Italia (I), in Sefer Yuhasin 8 (1992), pp. 3-20.
[1] ASNa, Sommaria, Diversi II, 248, fol. 186r.
[2]Fonti aragonesi, III, pp. 131-132. Questi dati sono da attribuire al nostro Scorrano e non a Scorrano d’Abruzzo, come ipotizzato da Colafemmina, C., Ebrei e cristiani novelli in Puglia, p. 193; Id., Insediamenti ebraici, pp. 15-16.
[3] Colafemmina, C., Ebrei e cristiani novelli in Puglia, p. 195.
[4] Ibid., pp. 194-195.