Anagni

Titolo

Anagni

Testo

Anagni (אנג'ני)

Provincia di Frosinone. Sorge su uno sprone tufaceo, che domina il fondo della valle (ove scorre il Sacco) e che costituiva in epoca medievale l’unica agevole comunicazione tra Roma e il Napoletano. Dopo varie vicende, nel secolo XII per opera dell’aristocrazia cittadina sorse qui il Comune, cui venne riconosciuta dai Pontefici ampia autonomia. Dopo le tumultuose vicende dello Stato Pontificio conseguenti all’esilio di Avignone e allo Scisma d’occidente, l’autonomia comunale terminò con la riconquista del Patrimonio per opera di Bonifacio IX (1399). In seguito,  A. subì devastazioni e saccheggi da parte di re Ladislao all’inizio del secolo XV e per opera del duca di Alba, in occasione della contesa tra Paolo IV e Filippo II (1556).

 

L’esistenza ad A. di un insediamento ebraico, in posizione di parità rispetto agli altri cittadini, si deduce dai patti di capitolazione della città stipulati con Bonifacio IX  nel 1399, nei quali si stabiliva che gli ebrei dovessero continuare a godere dei privilegi e delle prerogative dei concittadini[1]

Da una fonte che si riferisce agli Statuti anagnini e alle disposizioni ivi contenute riguardo agli ebrei, inoltre, si apprende che, all’epoca della prima compilazione degli Statuti stessi, essi godevano “non solo di tutti i diritti civici, ma potevano ottenere anche dignità al pari di ogni altro cittadino, e ciò consenziente il Papa; che 150 anni più tardi, quando cioè fu eseguita la copia di cui ci occupiamo, godevano sì di quasi tutti i diritti et pro nostris Civibus penitus habeantur, ma non si parlava più di privilegi”[2].     

Un riferimento alla provenienza da A. si ha, poi, nei documenti relativi a Magister Salomone di Magister Ventura d’Anagni, medico e “familiare” di Martino V, che faceva parte della comunità ebraica dei Due Abruzzi, in favore della quale intercedeva, nel 1422, presso la regina Giovanna II d’Angiò[3].

Un documento del 1472 attesta la presenza di cinque case ebraiche ad A.[4] , mentre nel 1488 Papa Innocento VIII ordinò agli ebrei delle provincie di Campania e Marittima (sotto il dominio dei Colonna e Conti) di riunirsi ad A. per dividere tra loro la vigesima imposta in quell'anno[5].

Tra gli ebrei che figuravano nella documentazione degli ultimi anni del '400 come abitanti ad A. vi erano una certa Ruzosca, vedova accusata della morte di un ragazzo, e gli eredi del fu Mele, citati come insolventi[6] .

Nei documenti relativi alla corresponsione delle tasse papali, come la vigesima, troviamo menzione degli ebrei di A. nella prima metà del '500 e notiamo come, talvolta, il pagamento sia vincolato alla proroga dei privilegi e ad un "perdono di tutti delitti" degli ebrei ivi commoranti[7].

Nel 1545 papa Paolo III concesse una tolleranza, valida cinque anni, a Aleuccio da Anagni, Giacobbe da Capua e Angelo da Frosinone per poter prestare ad interesse qui ed altrove nei domini papali, secondo le condizioni già stabilite per i correligionari di Campania[8].    

Nell’elenco delle sinagoghe che, dal 1560 sino alla Bolla di espulsione del 1569, corrispondevano la tassa alla Casa dei Catecumeni di Roma, figurava anche quella di A., che pagava prima 10 e poi 12 scudi[9]: sulla base della tradizione popolare, essa dovrebbe essersi trovata nella strada che sfocia sul lato destro della attuale cattedrale[10].

Un ultimo accenno agli ebrei di A. si trova in una lettera del 1574, indirizzata dal cardinale Lomellino al cardinale Sirleto, nella quale il prelato dichiarava di opporsi alla venuta di ulteriori israeliti, la cui compagnia era nociva per cristiani[11].    

Non si è conservato, tra gli ebrei italiani, il cognome “Anagni” che ricordi la loro permanenza in questa località[12].

 

 

Bibliografia 

Dejob, Ch., Documents tirés des papiers du cardinal Sirleto et de quelques autres manuscrits del Vaticane sur les Juifs des Etats pontificaux, in REJIX (1884), pp. 77-91.

Esposito, A., Una descriptio relativa alla presenza ebraica nel Lazio meridionale nel tardo Quattrocento, in Latium, Rivista di Studi Storici, 2 (1985), pp.151-158.

Pavoncello, N., Il IV Centenario dell’espulsione degli Ebrei dalla Campagna Romana, in Israel LIV, nº16 (20 Febbraio 1969).

Pavoncello, N., Le comunità ebraiche laziali prima del bando di Pio V, in Lunario Romano 1980 : Rinascimento nel Lazio, Roma 1980, pp. 47-77.

Roth, C., The History of the Jews of Italy, Philadelphia 1946.

Sacchetti-Sassetti, A., Maestro Salomone d’Anagni medico del secolo XV, Frosinone 1964.

Simonsohn, S., The Apostolic See and the Jews, 8 voll., Toronto 1988-1991.

 


[1] Roth, C., The History of the Jews of Italy, Philadelphia 1946, p. 121; Simonsohn, S., The Apostolic See and the Jews, Doc. 467a;  v. anche Pavoncello, N., Le comunità ebraiche laziali prima del bando di Pio V, p. 51.

[2] Ambrosi De Magistris, R., Lo statuto di Anagni, in Archivio  della Società romana di storia patria, III (1880), p. 366, n. 1; v. anche Pavoncello, op. cit., p. 51.

[3] Sacchetti-Sassetti, A., Maestro Salomone d’Anagni medico del secolo XV, Frosinone 1964, p. 3; p. 6. Si veda anche Simonsohn, S., The Apostolic See and the Jews, doc. 635, 646.

[4] Esposito, A., Una descriptio relativa alla presenza ebraica nel Lazio meridionale nel tardo Quattrocento, p. 157; Simonsohn, S., The Apostolic See and the Jews, doc. 960.

[5]Simonsohn, S., The Apostolic See and the Jews, Doc. 1095.

[6] Ivi, doc. 1098, 1122.

[7] Ivi,, doc. 1316, 2191, 2200, 2413, 2601, 2987-8, 3003.

[8] Ivi, doc. 2472.

[9] Pavoncello, N., Il IV Centenario dell’espulsione degli Ebrei dalla Campagna Romana, p. 3.

[10] Pavoncello, Le comunità ebraiche laziali prima del bando di Pio V,  p. 52.

[11] Dejob, Ch., Documents tirés des papiers du cardinal Sirleto et de quelques autres manuscrits del Vaticane sur les Juifs des Etats pontificaux, p. 85. La stessa notizia ( ma senza indicazione della fonte) si trova anche in Pavoncello, N.,  Le comunità ebraiche laziali prima del bando di Pio V, p. 52.

[12] Pavoncello, N. Le comunità ebraiche laziali prima del bando di Pio V, p. 52.

Geolocation