Titolo
Testo
Alatri (אלאטרי)
Provincia di Frosinone. Posta su di una pendice collinosa che scende sino al torrente Cosa, affluente del fiume Liri, divenne un Comune sullo scorcio del secolo XIII, per entrare poi a far parte dello Stato Pontificio ed essere inserita nella provincia di Campagna e Marittima.
I documenti notarili attestano un insediamento ebraico ad A. fin dal XV secolo[1], come dimostra il fatto che nel 1452 veniva menzionata, nel territorio alatrino, una Casa delli Judei, mentre in un atto del 1472, relativo all’imposizione della vigesima, erano ricordati gli israeliti Ventura, Eliuccio e doi donne vidue[2]. Già negli Statuti medievali del Comune, del resto, ci si riferiva alla presenza di ebrei, nel momento in cui si prescriveva loro di rispettare le feste dei cristiani, per non offenderne la religiosità[3].
L’attività feneratizia era la principale occupazione degli ebrei di A., come dimostra l’esperienza di Magister Bonomo, che, oltre ad essere un medico, era anche un prestatore[4].
Nell’elenco delle sinagoghe che, sino alla Bolla di espulsione del 1569, corrispondevano la tassa alla Casa dei Catecumeni di Roma, quella di A. figurava prima con un contributo di 10 scudi e poi di 12[5].
I cognomi “Alatri”, “Alatrini” e “Alatrino” sono rimasti, infine, a testimoniare il soggiorno degli Ebrei nella località[6].
Sinagoga
Secondo un’antica tradizione, la sinagoga sarebbe stata situata nella carcia o decarcia Vineri o, più propriamente, nel “Vicolo Vezzacchi”[7].
Cimitero
Da un documento del 1468 si apprende che Ventura di Sabatuccio, Moisé di Guglielmuccio e Vitale di Giuseppe acquistarono da un maniscalco locale un terreno in contrada detta la torre delli paczi (sic) ad uso cimiteriale[8].
Bibliografia
Esposito A., Una descriptio relativa alla presenza ebraica nel Lazio meridionale nel tardo Quattrocento, in Latium, Rivista di Studi Storici, 2 (1985), pp.151-158.
Pavoncello, N., Il IV Centenario dell’espulsione degli Ebrei dalla Campagna Romana, in IsraelLIV, nº16 (20 Febbraio 1969).
Pavoncello, N., Le comunità ebraiche laziali prima del bando di Pio V, in Lunario Romano 1980: Rinascimento nel Lazio, Roma 1980, pp. 47-77.
[1] Sacchetti-Sassetti, A., La storia di Alatri, p. 146 , citato (senza indicazione del luogo e della data di edizione) in Pavoncello, Le comunità ebraiche laziali, p. 50 e n. 6.
[2] Esposito A., Una descriptio relativa alla presenza ebraica nel Lazio meridionale nel tardo Quattrocento, p. 156.
[3] Pavoncello, N., Le comunità ebraiche laziali, p. 50.
[4] Pavoncello, N., Le comunità ebraiche laziali., p. 51.
[5] Pavoncello, N., Il IV Centenario dell’espulsione degli Ebrei dalla Campagna Romana, in IsraelLIV, nº16 (20 Febbraio 1969), p. 3; cfr. anche Idem, Le comunità ebraiche laziali, p. 50.
[6] Pavoncello, Le comunità ebraiche laziali, p. 51. Per l’elenco degli “Alatrini” e “Alatrino”, che lasciarono opere pubblicate e manoscritte, si veda Mortara, Indice, p. 2.
[7] Pavoncello, Le comunità ebraiche laziali, p. 50.
[8] Ivi, pp. 50-51.