Genzano

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Genzano

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Genzano (גנזנו)

Provincia di Roma. Cittadina dei Castelli Romani, situata sul versante esterno del cratere del lago di Nemi che scende verso la pianura, appartenne ai Cistercensi dell’abbazia delle Tre Fontane, agli Orsini, ai Colonna e, dal 1564, agli Sforza Cesarini. Nel 1873 fu denominata Genzano di Roma per distinguerla da Genzano di Lucania[1].

 

Il 6 agosto 1516 la Camera Apostolica diede ai fratelli Benedetto, Salomone e Abramo di Daniele Levi, abitanti a G., la facoltà di esigere, anche giudizialmente,  nel luogo dove abitavano e in quelli vicini il grano e l’orzo che avevano acquistato per il proprio sostentamento al prezzo che avevano pattuito prima della mietitura. L’intervento era stato chiesto dai tre per il timore che, a causa della povertà e della miseria dei tempi, ma sopratutto per le vessazioni che erano solite farsi agli ebrei, essi trovassero difficoltà nell’esigere quanto era loro dovuto[2].

Nel 1524 gli ebrei di G. erano nell’elenco delle comunità di Campagna e Marittima tenute al pagamento della vigesima, fissata in 800 ducati per le due province da Adriano VI (1522-1523) e dal successore Clemente VII,  e che non era stata ancora pagata. Nel 1542 per la speciale tassa levata contro i turchi, Magister Vitale, Iacob Chetellario, Angelus de Ceprano e Vitale Sartoro dovevano insieme 6 scudi[3]. Il registro dell’esattore della vigesima dell’anno 1550 riporta per G. solo un fuoco, intestato ad un Manuele, tenuto al pagamento di 50 baiocchi. Questi non era, però, forse l’unico ebreo che abitava nella cittadina. Nel 1554, infatti, fu proibito alle autorità locali di esigere imposte dagli eredi di Angelo di Ceprano, uno degli ebrei genzanesi del 1542[4].

Nel 1567 il mohel Yechiel Manoscrivi circoncise a G. Mordechai b. Refael da Ripi, nel 1580 David b. Masliah e nel 1583 Mordechai b. Moshe.[5]

Freimann ritiene che questa sia la località in cui fu copiato nel 1475 il codice Oxford, Bodleiana 2083, contenente, tra l’altro, il trattato  De aqua et aere di Ippocrate con il commento di Galeno[6]. Si tratta invece di Chianciano (קיינצאנו), luogo da cui si denominava lo stesso copista, Yehiel da Chianciano figlio di Mordekai il Medico da Grosseto[7].

 

 

Bibliografia

 

Freimann, A., Jewish Scribes in Medieval Italy, in Alexander Marx Jubilee Volume,  New York 1950, pp. 248-321.

Neubauer, A., Catalogue of the Hebrew Manuscripts And in the College Libraries of Oxford, Oxford 1886 (ristampa 2004).

Piccarreta, F.,  Genzano di Roma la città dell' Infiorata. Note storiche, tradizioni, impressioni, Foligno1925.

Previtali, A.,  Genzano di Roma. Notizie storico-artistiche, Albano Laziale1960.

Ravenna, A., Appunti storici sulle comunità del Lazio, in RMIXVII (1951), pp. 305-311; pp. 377-382.

Simonsohn, S., The Apostolic See and the Jews, 8 voll., Toronto 1988-1991.

Stirpe, M.,  Presenza ebraica nel Lazio meridionale alla metà del Cinquecento, in Latium, Rivista di Studi Storici, 5 (1988).


[1]Piccarreta, F.,  Genzano di Roma la città dell' Infiorata. Note storiche, tradizioni, impressioni, Foligno1925; Previtali, A.,  Genzano di Roma. Notizie storico-artistiche, Albano Laziale1960.

[2] Simonsohn, S.,  The Apostolic See and the Jews, doc. 1250.

[3] Ivi, doc. 1316, 2200.

[4] Stirpe, M., Presenza ebraica nel Lazio meridionale, p. 30; Simonsohn, The Apostolic See and the Jews, doc. 3210.

[5] Ravenna, A.,  Appunti storici sulle Comunità del Lazio, pp. 307, 309.

[6] Freimann, A.,  Jewish Scribes, n. 182a.

[7]Cfr. Neubauer, A.,  Catalogue of the Hebrew Manuscripts in the Bodleian, coll. 712-713.

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