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Provincia di Reggio Calabria. Città della Calabria meridionale distrutta dal terremoto del 1783, era in luogo eminente, a cavaliere dei fiumi Tricuccio e Cumi. I superstiti del terremoto la riedificarono su un ampio pianoro non molto distante. Fu un feudo dei Santangelo, degli Ascaris, dei Caracciolo e città vescovile[1]. Nel 1443 era tassata per 405 fuochi e nel 1532 per 470.
Un frammento epigrafico in lingua ebraica, rinvenuto nel 1948 tra le pietre di un muro a secco della vecchia O., attesta la costruzione, o il restauro, di una sinagoga. Il frammento è datato 5156 (= 1395-96 ), un periodo in cui le comunità ebraiche erano in Calabria in ripresa dopo la crisi provocata dagli Angioini alla fine del secolo precedente[2].
La presenza ebraica continuò in età aragonese. Nel 1453 un Leone di O. ottenne la licenza di praticare la medicina in tutto il Regno[3] e alla fine del XV secolo la comunità constava di dodici nuclei familiari. Le guerre che funestarono l’area in quel torno di tempo ebbero effetti negativi anche su di essi, al punto che l’esattore non poté esigere nel 1503 i residui fiscali degli anni 1501-1502 e nel 1503 riscosse una tassa di 4 ducati equivalente a tre fuochi, annotando che li restanti dicono essere asentati et morti. Nel 1508 i nuclei ebraici erano ancora tre e pagarono i propri contributi il 14 aprile per mano di Baptista de Leone e il 26 luglio per mano di Mordoc Bono[4]. Dalla risposta della Camera della Sommaria ad un ricorso presentato dalla giudecca di O. conosciamo i nomi dei nove nuclei ebraici che erano emigrati e il luogo del loro nuovo domicilio: Davit Davicolo, Nisi Listar in Tropea, Mastro Manoele in Melito, Salamo Tingituri in Calimera, Rabi Mosè Cassan, la herede di mastro Iosep in Terranova, Aroni de Mineo se fe’ christiano in Secilia, Mosè Rexit, Gavio Miseria è morto et la herede è in Regio[5].
Bibliografia
AA.VV ( a cura di), Fonti Aragonesi, Napoli 1957-1990.
Colafemmina, C., Gli ebrei nella Calabria meridionale, in Calabria cristiana. Società, religione, cultura nel territorio della Diocesi di Oppido Mamertina-Palmi, a cura di Leanza, S., Soveria Mannelli 1999.
Colafemmina, C., Per la storia degli Ebrei in Calabria. Saggi e documenti, Soveria Mannelli 1996.
Liberti, R., Momenti e figure nella storia della vecchia e nuova Oppido, Oppido Mamertina 1981.
Pellicano Castagna, M., Storia dei feudi e dei titoli nobiliari della Calabria, Catanzaro Lido 1999.
[1] Cfr. Liberti, R., Momenti e figure nella storia della vecchia e nuova Oppido, Oppido Mamertina 1981; Pellicano Castagna, M., Storia dei feudi e dei titoli nobiliari della Calabria, III, pp. 327-337.
[2] Cfr. Colafemmina, C., Gli ebrei nella Calabria meridionale, pp. 170-172.
[3] Fonti Aragonesi, III, a cura di Mazzoleni, B., Napoli 1963, p. 39, n. 410.
[4]Colafemmina, C., Per la storia degli Ebrei in Calabria. Saggi e documenti, pp. 87-88, 92; ASNa, Sommaria, Tesorieri e percettori 4064.
[5] ASNa, Sommaria, Partium 32 II, Busta 4 (1507-1508), f. 211v (18 gennaio 1508).