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Il 15 novembre 1493 la Camera della Sommaria ordinò al capitano di C. di provvedere perché Salamone Nactam, abitante in quella città, comparisse entro un mese nella capitale per presentare il rendiconto sull'attività di un banco che aveva aperto a Napoli in società con il correligionario Ferrera Crescas[2].
Il 14 giugno 1494, la stessa Camera, accogliendo una petizione delle autorità giudaiche di Terra di Lavoro, ordinò ai capitani di Cassano e di Castrovillari di non esigere con le comunità delle due località i contributi fiscali dovuti dai giudei elencati nella petizione - che erano allora in Calabria - ma di osservare in loro favore i privilegi concessi ai giudei di Terra di Lavoro[3].
Tra gli antichi diritti vantati dal vescovo di C. all’inizio del XVI secolo c’era l’esazione di 1 tarì a testa dagli ebrei e dalle prostitute che sbarcassero nella marina di Trebisacce[4].
Bibliografia
Colafemmina, C., Per la storia degli ebrei in Calabria. Saggi e documenti, Soveria Mannelli 1996.
De Leo, P., Per la storia dei poteri signorili dei Vescovi nel Medioevo, in Mediterraneo medievale. Scritti in onore di Francesco Giunta, Soveria Mannelli 1989.
Ferorelli, N., Gli ebrei nell’Italia meridionale dall’età romana al secolo XVIII, Torino 1915.
Pellicano Castagna, M., Storia dei feudi e dei titoli nobiliari della Calabria, Catanzaro Lido 1996.
[1] Pellicano Castagna, M., Storia dei feudi e dei titoli nobiliari della Calabria, II, pp. 14-15.
[2] Colafemmina, C., Per la storia degli ebrei in Calabria, p. 31, doc. 3; Ferorelli, N., Gli ebrei nell’Italia meridionale, p. 148.
[3] Colafemmina, C., Per la storia degli ebrei in Calabria, p. 142, doc. 57.
[4] De Leo, P., Per la storia dei poteri signorili dei Vescovi nel Medioevo, p. 364. Nei pressi di Trebisacce, alla foce del torrente Saraceno, è attestata per i secc. XV-XVI una contrada denominata Colfus Iudeorum (ib., p. 390).