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Nel 1441 Alfonso I d’Aragona ordinò ai Portolani e ad altri ufficiali di Calabria di permettere a Carlo Ruffo, conte di Sinopoli, di percepire i diritti di fondaco, la tassa della mortafa dei Giudei (ius morthafa Iudeorum) e altre ragioni fiscali in tutte le sue terre, tra cui B.[2]
Come altre comunità della Calabria meridionale, anche quella di B. fu danneggiata dalle guerre che sconvolsero l’area agli inizi del XVI secolo, al punto che il percettore non riuscì a recuperare i residui fiscali degli anni 1499-1501. Nel 1502-1503 la presenza ebraica nella località (Iudeca) era costituita da due nuclei familiari, i cui contributi fiscali erano riscossi dalla Duchessa di Milano per il tempo che fu signora della contea[3]. Nel 1508 la comunità, insieme con Iose de la Mocta de Surito et Bello de Palisano versò 1 ducato, 4 tarì e 10 grani quale sua quota del donativo di 450 ducati promesso dai giudei di Calabria alla Regia Corte. Il percettore registrò in quest’anno anche la partenza di tutti gli ebrei di B. per destinazione ignota, e quindi l’impossibilità di recuperare i loro contributi fiscali, sia quelli dell’anno, sia quelli residui[4].
Bibliografia
AA.VV ( a cura di), Fonti Aragonesi, Napoli 1957-1990.
Colafemmina, C., Per la storia degli ebrei in Calabria. Saggi e documenti, Soveria Mannelli 1996.
Valente, G., Dizionario bibliografico biografico geografico storico della Calabria, Chiaravalle C. 1991.
[1]Valente, G., Dizionario bibliografico biografico geografico storico della Calabria, II, pp. 214-217.
[2] Fonti aragonesi, I, 32, n. 61
[3] Colafemmina, C., Per la storia degli ebrei in Calabria. Saggi e documenti, Soveria Mannelli 1996, pp. 88, 92; ASNa, Sommaria, Partium 71, fol. 33r-v (21 maggio 1507).
[4] ASNa, Sommaria, Tesorieri e Percettori 4064. Motta de Surito e Palisano dovrebbero identificarsi con Monsoreto e Plaesano, due localite vicine a Borrello.