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Ragusa, 16 chilometri a nord-ovest di Modica, in Val di Noto, fu un feudo dei Cabrera. La città medievale fu distrutta dal terremoto del 1693.
Una presenza ebraica viene qui menzionata già in epoca araba (1060 circa), ma dovranno passare tre secoli prima che si abbiano altre notizie ad essa relative, come quella del 1363 su un Chayrono de Ragusia, che abitò nella vicina Siracusa[1].
Alcuni anni più tardi Maestro Musa Liuni, medico ebreo a R., ottenne, poi, la licenza di praticare il proprio mestiere in tutta l’isola. In città abitavano allora anche altri medici ebrei e, da quel momento, troviamo traccia degli israeliti impegnati nell’artigianato, nel commercio ed in ulteriori attività anche nei documenti dell’amministrazione aragonese[2].
Nel 1471 R. fu teatro del più clamoroso assassinio consumato da un ebreo a danno di un facoltoso correligionario, mentre, tre anni più tardi, un numero imprecisato di ebrei fu ucciso nel pogrom che coinvolse la contea di Modica e che rischiò addirittura di ripetersi nel 1477[3].
Informazioni sull’entità delle tasse corrisposte dal gruppo ebraico locale figurano nella documentazione a partire dalla metà del '400 e, in base alla tassa d'uscita del 1492, sappiamo che esso fu di piccole-medie dimensioni[4].
Dopo il terremoto Ragusa fu ricostruita sulle macerie della città distrutta: è così che è giunta sino a noi l’unica testimonianza materiale della presenza ebraica in loco, ovvero il sito della sinagoga.
[1] Simonsohn, Jews in Sicily, Doc. 132 (1060), 857 (Chayrono). Sui rapporti degli ebrei con l'autorità, con le istituzioni comunitarie ed altri aspetti si veda la voce relativa alla città di Palermo.
[2] Ivi,, Doc. 871, 1289 e passim.
[3] Ivi,Doc. 4161, 4311 e vol. 18, Cap. 2; Modica Scala, Modica, p. 107 e segg.; Ventura, Randazzo, p. 114 e segg.
[4] Simonsohn, Jews in Sicily, Doc. 5766.