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Rutigliano
Provincia di Bari. La tradizione narra che R. sia nata nei pressi dell’antico abitato apulo di Azetium, il cui nome cambiò in epoca romana in Rudiae. L’attuale cittadina data però al Medioevo e, più precisamente, all’età normanna, quando vi furono costruiti un castello e la chiesa parrocchiale. Seguì, poi, le vicende dei territori circostanti, subendo la dominazione sveva, angioina e aragonese. Dall’inizio del XVI secolo fu retta dagli spagnoli e nel successivo passò agli Asburgo e ai Borboni, ai quali restò fino all’unità d’Italia.
Si può supporre che un nucleo di neofiti si trovasse qui già alla fine del XIII secolo. Di certo sappiano che le giudecche di R. e Conversano godettero tra il 1498 e il 1499 dell’esonero da tributi indebitamente richiesti. Gli ebrei erano qui impegnati nelle attività dell’allevamento di ovini e bovini e nel commercio[1]. Sappiamo, poi, che Garzon Zizo e Salamon Ruben operavano prestiti ai concittadini e agli abitanti dei centri vicini e che avevano una bottega in cui il notaio locale si recava a rogare[2].
Nel 1507 erano attestati a R. quattro fuochi ebraici e la presenza è confermata anche per il 1510, il 1511, il 1521 e per l’arco cronologico compreso tra il 1522 e il 1539, quando gli israeliti compaiono negli atti dei notai Florenzo de Redavid, Giovanni de Capotortis e Giacomo de Moccicis[3]: in particolare conosciamo per questo periodo i nomi di Raffaele de Mordoco (o de Merdoccho), Sabatullo (chiamato anche Sciabado o Sciabadullo del fu Tobia de Perniis), Calo de Calonimos (o de Calominos) e Cresca de Maymo[4].
Il nucleo ebraico dovette restare in città fino alla definitiva espulsione dal regno di Napoli del 1541: il 31 maggio di quell’anno, infatti, i suoi componenti noleggiarono a Bari le imbarcazioni necessarie a raggiungere Venezia, Ancona e Ragusa[5].
Bibliografia
Colafemmina, C. – De Ceglia, D. Presenza ebraica in Rutigliano e Conversano nei secoli XV-XVI, Sefer Yuhasin 1 (2013), pp. 163-199.