Cantalupo di Sabina

Titolo

Cantalupo di Sabina

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Cantalupo di Sabina

Provincia di Rieti. Sorta su di un’area abitata già in epoca romana (come testimoniato dalla presenza di resti di villae nella zona), si sviluppò tra il X e l’XI secolo, periodo in cui fu soggetta all’abbazia di Farfa, e nel XII secolo divenne per un certo tempo autonoma. Nel 1278 entrò a far parte dei domini della Santa Sede e, all’inizio del Trecento, dei possedimenti dei Sant’Eustachio e poi dei Savelli, restando a lungo al centro di una contesa tra questi ultimi e la Chiesa. In seguito fu retta da altre illustri famiglie, tra le quali quelle dei Cesi, dei Vaini e dei Lante Della Rovere. Alla denominazione di C. fu aggiunta nel 1863 l’attuale specificazione geografica. Unita al centro di Casperia nel 1927, riacquistò l’autonomia amministrativa solo nel 1940.

Allo stato attuale della ricerca, l’unica testimonianza ebraica a nostra disposizione è una lapide funeraria datata 1813 e appartenente a una giovane donna: Palomba Barrafael, esponente di un’importante famiglia romana, impegnata nel commercio delle spezie provenienti da Francia, Inghilterra e Olanda. Proprio da Roma dovrebbe provenire l’epigrafe stessa, che fu forse trasportata a C. dai familiari, in viaggio nel reatino, quando era in vigore il divieto di apporre lapidi ebraiche (con obbligo di rimuovere quelle già esistenti) emanato da Urbano VIII[1].

 

Bibliografia

Pavoncello, N., Un’epigrafe ebraica ritrovata a Cantalupo Sabina, Annali dell’istituto Orientale di Napoli, NS 29 (1979), pp. 331-333.

 

[1] Cfr. Pavoncello, N., Un’epigrafe ebraica ritrovata a Cantalupo Sabina, p.331.

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