Tarsia

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Tarsia

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Tarsia

Provincia di Cosenza. Secondo alcuni era l'erede dell’antica Taurasia o Caprasia e secondo altri era stata fondata in epoca normanna dall’omonima famiglia cosentina, cui fu infeudata. T. fu, poi, una  pertinenza di Bisignano e all’inizio del Seicento fu acquistata dagli Spinelli che, insigniti del titolo di Principi, ne conservarono il possesso fino all’abolizione del feudalesimo. Con le riforme amministrative attuate dai francesi fu inclusa, dapprima, quale università, nel governo di Spezzano Albanese e poi tra i Comuni del circondario facenti capo a questo centro.

Allo stato attuale della ricerca, una presenza ebraica a T. si può inferire dalle disposizioni date dalla Sommaria nel 1512, atte a censire quanti tra israeliti e neofiti avevano lasciato la località in forza del decreto di espulsione[1]. Nel 1513, infatti, la stessa Sommaria ordinò che il Comune fosse esentato dalle tasse prima dovute da ben 5 famiglie di cristiani novelli ormai partite: esse erano quelle di Dominico Bono Inventie, di Angelo Ienco seu Boye, di Altobello Romano, di Ioanne Cristiano e di Berardino Bono Inventie[2]. Tale ordine, infine, fu ripetuto nel 1515[3].


Bibliografia

Colafemmina, C., The Jews in Calabria, Leiden-Boston 2012.

 

[1] Colafemmina, C., The Jews in Calabria, doc. 520.

[2] Ivi, doc. 529.

[3] Ivi, doc. 543.

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