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Nicosia, collocata in Val Demone, a sud di Cefalù e vicino a Calascibetta, fu una terra demaniale, che, fondata in età bizantina, subì, tra le altre, la conquista degli Arabi e dei Normanni.
La prima notizia di una presenza ebraica risale al 1377, quando Muxa Berri, un ebreo di N., acquistò delle stoffe di lana da un mercante catalano[1].
La comunità ebraica di N. viene, poi, menzionata in quasi tutte le quattrocentesche liste di tasse degli ebrei del Regno, ed in alcune occasioni ebbe a lamentarsi del peso delle imposte. Le sue dimensioni furono tra medie e grandi[2] ed il solo ricordo di essa rimasto in città è la “via Giudecca”, che insiste su di un’area corrispondente, molto probabilmente, a quella in cui si trovavano il quartiere ebraico e la sinagoga. Quest’ultima, distrutta nella grande alluvione del 1430, venne ricostruita con licenza di Alfonso il Magnanimo[3].