Montemurro

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Montemurro

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In provincia di Potenza, su un colle dominante la Valle dell’Agri. Nel 1443 fu tassato per 363 fuochi, nel 1510 per 376.

Nella prima metà del secolo XV era presente a Montemurro una comunità ebraica, che nel 1459 non aveva ancora versato tutta la sua quota della colletta imposta ai giudei per l’incoronazione di Ferrante I d’Aragona (1458) e per la conferma di alcuni privilegi[1]. Nel 1475 per il donativo disposto dagli ebrei per il matrimonio di Beatrice d’Aragona, figlia di Ferrante I, col re d’Ungheria, essa versò, insieme con le comunità di Tricarico, Miglionico, Senise e Tursi, 103 ducati, 2 tarì e 10 grana.[2]

 Le vicende belliche rendevano i pagamenti non sempre puntuali. Così nel 1498 gli ebrei di Montemurro dovevano ancora al fisco 6 ducati quale residuo delle tasse dell’anno precedente[3]. E’ probabile che il fisco non abbia mai recuperato il credito, perché da quel tempo non si hanno, finora, altre notizie sugli ebrei nella cittadina.

La tradizione localizza la giudecca nel rione delle Concerie. Consuetudinaria manifestazione di antica ostilità  verso gli ebrei che vi abitavano è ritenuta la pratica da parte dei ragazzi, attestata ancora nella prima metà del secolo scorso, di battere sulle porte delle case del rione la sera del venerdì santo[4].


[1] Ferorelli, Gli ebrei nell’Italia meridionale, p. 163.

[2] Colafemmina, Minoranze: gli Ebrei, pp. 74-76.

[3] ASNa, Sommaria, Tesorieri e Percettori 1454, c. 22v.

[4] T. Pedio, La Basilicata dalla caduta dell’Impero Romano agli Angioini, Bari 1987, I, p. 30.

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