Deruta

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Deruta

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Deruta (דירוטה)

In provincia di Perugia.

Secondo la divisione geografica rinascimentale dell’Umbria,  D. faceva parte della Tuscia.

Nel  1312, una compagnia di feneratori ebrei perugini prestava una somma di denaro al Comune di  D., mentre nell’elenco degli Ebrei che pagavano la tassa feneratizia a Perugia, nel 1344, figurava un Consiglio di Leone di Bonaventura, residente a D.[1]

Da un documento risalente al 1463, il feneratore Elia di Dattilo risultava essersi trasferito da La Fratta di Perugia a D., dove svolgeva l’attività creditizia, insieme ad alcuni soci, avendo ottenuto da papa Pio II  l’autorizzazione a fenerare, unitamente all’annullamento della scomunica data da fra’ Michele da Carcano alle autorità cittadine per aver stipulato una condotta con gli Ebrei.Il breve papale autorizzava la società dei prestatori ebrei a continuare la loro attività, indipendentemente dall’annullamento della condotta deciso dal Consiglio dei Priori di Perugia, l’anno precedente.  Il banco feneratizio degli Ebrei in questione era stato in funzione a D. dal 1458  avrebbe continuato la sua attività sino al 1473.[2]

In seguito, non vi sono più tracce documentarie di una presenza ebraica nella località.

Bibliografia

Simonsohn, S., The Apostolic See and the Jews; Toaff, A., The Jews in Umbria.


[1] Toaff, The Jews in Umbria, docc. 88, 166.

[2] Ivi, docc. 1363, 1626. V. Simonsohn, The Apostolic See, doc. 886.

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