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Città della Dalmazia. Di antichissima origine, Z. si mantenne fiorente anche in seguito al tramonto dell’Impero di Occidente (476). Dopo essere stata dominata da Venezia, sino al 1358, si orientò verso Sigismondo di Lussemburgo e Ladislao di Napoli il quale, nel 1403, fu incoronato qui re d’Ungheria. Nel 1409, Z. tornò sotto il dominio della Serenissima.
Intorno al 1308, un ebreo siracusano, Judas, aliter vocatus Leonus Turduvidi de Siracusa era stato ucciso, per ignote ragioni, nelle vicinanze di Z., mentre i suoi averi e la sua merce erano finiti in deposito al rappresentante di Venezia, Marco Manolesso, conte di Zara (comiti Jadre), chiamato Matteo in svariati documenti zaratini dell’inizio del XIV secolo[1]. Judas era venuto a commerciare a Z. con una nave siciliana che portava spezie, di cui la Dalmazia era importatrice[2].
Nel 1386 era attivo a Z. il feneratore ebreo David Casser di Alemagna (comproprietario di un’importante ditta bancaria a Venezia), che, in pochi anni, riuscì a dominare il mercato bancario locale, in concorrenza con un prestatore cristiano.
Nel 1400 il suo posto fu preso da Bonomo di Anselmo Levi di Garlacht e da Bonaventura di Mosè di Vinem (sic).[3]
Non ci restano, attualmente, ulteriori testimonianze della presenza ebraica a Z.
Bibliografia
Milano, A., Storia degli ebrei in Italia, Torino 1963.
Roth. C., Venice, Philadelphia 1930.
Inchiostri, U., Accenni agli ebrei nei documenti e statuti dalmati del Medio Evo, in Archivio Storico per la Dalmazia V, vol. 8 (1930), pp. 471-480.
[1] Inchiostri, U. Accenni agli ebrei nei documenti e statuti dalmati del Medio Evo, p. 473. Per la restituzione dei beni alla vedova di Judas, in Sicilia, grazie all’intervento di Federico III d’Aragona, cfr. ivi, p. 474. Per l’episodio, v. anche Roth, C., Venice, p. 24.
[2] Inchiostri, U., op. cit., p. 473.
[3] Milano, A., Storia degli ebrei in Italia, p. 133.