Favria

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Favria

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Provincia di Torino. Abitato già in epoca romana, il centro fu dato nel 1014 da Enrico II all’abbazia di Fruttuaria e passò nel XII secolo alla giurisdizione dei Conti del Canavese. Federico Barbarossa affidò poi F. ai Marchesi del Monferrato, che lo tennero per un periodo anche dopo, nel Trecento, andò alla casa sabauda. I Savoia dettero in seguito il controllo di F. ai Valperga di Rivara, ma essa restò comunque connessa alle loro vicende.

Insediamento di feneratori ebrei nel Monferrato, il banco di F. fu di proprietà di Giulio Jona e fratelli (1592), beneficiari di una tolleranza concessa dal cardinale Enrico Caetani, Camerlengo papale. Negli anni 1603, 1611 e 1614 essi vennero poi sostituiti dagli loro eredi[1].

Altro banchiere a F. fu Abram del fu Moisè Levi, il quale, però, voleva gestire il banco situato a Gattinara.

I banchieri ebrei abbandonarono F. verso il 1630: al momento della chiusura delle attività si trovavano nel centro 4 famiglie di ebrei, tre appartenenti al ceppo dei Jona ed una a quello dei Clava[2].

Bibliografia

Foa, S., Banchi e banchieri ebrei nel Piemonte, in RMI 21 (1955), pp. 38-50, 85-97, 126-136, 190-201, 284-297, 325-336, 471-486, 520-535.

Loevinson, E., La concession des banques de prêts aux juifs par les papes des seizième et dix-septième siècles, in REJ 92 (1932), pp. 1-30; 93 (1932), pp. 27-52, 157-178; 94 (1933), pp. 57-72, 167-183; 95 (1934), pp. 23-43.

Segre, R., The Jews in Piedmont, 3 voll., Jerusalem 1986-90.


[1] Foa, S., Monferrato, p. 83 e segg.; Loevinson, E., Banques de prêts, p. 171; Segre, R., Piedmont, doc. 1544.

[2] Foa, S., op. cit., p. 90; Segre, R., op. cit., doc. 1739, 2109.

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