Castiglione

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Castiglione

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Castiglione, 10 chilometri ad ovest di Taormina, in val Demone, fu fondata nel 496 e fu un feudo dei Gioeni. La comunità ebraica locale risulta menzionata per la prima volta nel 1447, in occasione della colletta relativa alla tassa per finanziare la destituzione dalla carica del dienchelele, il giudice supremo degli ebrei siciliani. Essa compare, poi, anche nella tassa per il perdono concesso ai gruppi ebraici dell’isola relativamente alle questioni sollevate da Xarchi (1450), alla quale partecipa pagando solo 7 once (cioè poco più di ¼ del totale), mentre in seguito la vediamo contribuire con versamenti più cospicui[1].

Ma C. fu anche lo scenario in cui ebbe luogo la triste vicenda di Betu Sacerdoto, che, avendo accusato Perruchio dei Gioeni, barone del luogo, suo figlio Bartolomeo ed altri di spergiuro, subornazione di testimoni ed ulteriori crimini, venne da essi assassinato.  Il barone ed i suoi furono processati e condannati al pagamento di una multa, mentre Agata, madre della vittima, si convertì al cristianesimo e riuscì ad ottenere dal viceré un risarcimento per le spese sostenute in occasione del processo celebrato contro gli assassini.

Unica traccia materiale rimasta della presenza ebraica a C. è la “Porta Iudeca”, corrispondente, o comunque molto vicina, al luogo in cui doveva trovarsi il quartiere ebraico[2].

 

[1]Simonsohn, Jews in Sicily, Doc. 2871, 2946 (tasse). Sui rapporti degli ebrei con l'autorità, con le istituzioni comunitarie ed altri aspetti si veda la voce relativa alla città di Palermo.   

[2] Sull'affare Betu si ved. Palermo, Jewish Settlement, pp. 105s.; Simonsohn, Jews in Sicily, Doc. 5244, 5258, 5267-8, 5271, 5347, 5431, 5547, 5555, 5729, 5825; Trasselli, Ferdinando il cattolico, pp. 165, 446. Sulle accuse di Xarchi si ved. s.v. Palermo.

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