Pomponesco

Titolo

Pomponesco

Testo

Pomponesco (פומפוניסקו)

Provincia di Mantova. Fece parte del ducato di Mantova, passando, dopo la seconda metà del XVI secolo, ai Gonzaga di Bozzolo, sino al 1708, quando andò ai Gonzaga di Guastalla. Dal 1746 venne annessa all’impero austriaco.

Il primo accenno alla presenza ebraica a P. risale al 1558, quando i fratelli Leone (Yehudah), Angelo (Mordekhai) e Lazzaro (Eleazar) da Colonia e Giuseppe da Colonia ricevettero il permesso di aprire  un banco feneratizio nella località[1].

Dopo il passaggio ai Gonzaga di Bozzolo, i fratelli Sansone e Isacco De Cantonis (Cantoni) e Marco e i nipoti Cantoni  ricevettero il permesso papale di gestire il banco a P., per otto anni, con i privilegi dei feneratori che operavano dentro e fuori del dominio della Chiesa. Nel 1618 e nel 1619, il permesso venne loro riconfermato, mentre, nel 1633, fu prorogato, per dodici anni, a Ventura e Sansone Cantoni, che si erano associati[2].      

Data la distruzione degli archivi del principato di Bozzolo, è lacunosa la documentazione sull’insediamento ebraico a P., che, tuttavia, continuò a sussistere.

Dopo l’espulsione degli ebrei da Mantova (1630), in seguito alla Guerra di successione, il gruppo di esuli che trovò ospitalità nel territorio di Bozzolo, essendo troppo numeroso, dovette dividersi ed alcuni furono mandati a  P., dove continuarono ad essere assistiti al pari di coloro che erano rimasti a S. Martino dall’Argine[3].

Dopo un secolo di silenzio, nel 1730 si trova un documento con cui gli ebrei di una serie di luoghi dell’ex dominio di Bozzolo, tra cui P., si appellavano al duca Giuseppe Maria di Guastalla per chiedere la conferma dei privilegi concessi loro ab antiquo[4]

Nel 1779 le autorità austriache si informavano sul numero degli ebrei presenti a P. e in altre località dell’ex dominio di Bozzolo, ma i dati raccolti non ci sono pervenuti[5].     

Nell’ultimo quarto del XVIII secolo, P. fu tra i centri del mantovano visitati da un emissario di Hebron[6].

Sinagoga

A P. si trovano i resti di una sinagoga abbandonata, di cui non ci resta la data di istituzione: tale sinagoga, che, nell’ultimo ventennio del XX secolo, risultava inglobata in un bar, è ubicata in via Cantoni (all’angolo con via Roma)[7].

Cimitero

A P. vi era un cimitero ebraico, di cui non ci resta la data di istituzione e che si trovava in fondo alla via Fratelli Cantoni[8].

Bibliografia

Colorni, V., Appunti sugli ebrei a Bozzolo, in Judaica Minora. Nuove Ricerche, Milano 1991, pp. 17-52.

Loevinson, E., La concession de banques de prêts aux Juifs par les Papes des seizième et dix-septième siècles, in REJ XCIV, (1933), pp. 167-183.

Sacerdoti, A. - Tedeschi Falco, A. ( a cura di), Lombardia. Itinerari ebraici, Venezia 1993.

Sacerdoti, A. - Fiorentino. L., Guida all’Italia ebraica, Casale Monferrato 1986.

Simonsohn, S., The History of the Jews in the Duchy of Mantua, Jerusalem 1977.


[1] Simonsohn, S., History of  the Jews in the Duchy of  Mantua, p. 228 (nota).

[2] Loevinson, E., La concession de banques de prêts aux Juifs par les Papes des seizième et dix-septième siècles, p. 172.

[3] Simonsohn, S., op. cit., pp. 55-60; per alcuni particolari sulla situazione degli esuli ebrei che da San Martino furono fatti andare a P., trattati in  responsa rabbinici, vedi ivi, p. 56, nota 193.

[4] Colorni, V., Appunti sugli ebrei a Bozzolo, p. 22.

[5] Ibidem. Poiché da una statistica del 1820 ( periodo che esula dalla nostra trattazione)  risultavano vivere a P. 57 Ebrei, si può presumere che all’epoca in questione ve ne fossero alcune decine (Colorni, V. Progetti riformistici del governo austriaco respinti dagli Ebrei del Mantovano agli inizi dell’Ottocento, in Judaica Minora, Milano 1983, p. 547).

[6] Simonsohn, S., op. cit., p. 497 (nota).

[7] Sacerdoti, A. - Fiorentino. L., Guida all’Italia ebraica, p. 94; Sacerdoti, A. - Tedeschi Falco, A. ( a cura di), Lombardia. Itinerari ebraici, p. 84.

[8] Sacerdoti, A. - Fiorentino, L., op. cit., p. 94; Sacerdoti, A. - Tedeschi Falco, A., op. cit., p. 84.

Geolocation