Ostiglia

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Ostiglia

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Ostiglia (אוסטיליה)

Provincia di Mantova. Posto lungo la riva del Po di fronte a Revere, il centro, di origine romana, dopo il 1406 divenne possesso stabile dei Gonzaga e subì le sorti del ducato di Mantova.

Nel 1446 Angelo (Mordekhay) di Beniamino da Perugia ed il figlio Leone (Yehudah) ricevettero l’autorizzazione a risiedere e fenerare a O.[1]. Nove anni più tardi, analogo permesso venne accordato a Giacobbe e Isacco di Mosè da Revere e, dopo ulteriori nove anni,  fu dato a Salomone di Gabriele il permesso di commerciare[2]

L’attività feneratizia proseguì a O. per tutto il  XVI secolo, con svariati  feneratori[3].

Dopo che il vescovo di Mantova ebbe ordinato che gli ebrei di una serie di località sottoponessero a censura i loro libri, risulta che più di mille fossero stati espurgati a O. (nonché a Revere e Governolo)[4].

Il banco feneratizio di O. continuò ad essere in funzione durante i primi decenni del XVII secolo[5], ma, quando le truppe tedesche occuparono il mantovano, questo fu tra i centri che furono distrutti nel 1630[6] e tra i pochi che si ripresero dopo le vicende della guerra e l’epidemia di peste. Aronne Melli e il fratello ottennero il permesso di fenerare nella località, circa nove anni dopo i funesti eventi[7].

Nel XVIII secolo non risulta esservi stato ad O. un insediamento ebraico permanente[8], tuttavia, vi fece la sua comparsa, nel 1729, il prete lucchese Casimiro Andreoli, appena espulso da Mantova per il suo violento comportamento antiebraico, che cercò  di dare sfogo all’ostilità verso gli ebrei, attaccando quelli di loro che si recavano nella località per affari[9].

Attività economiche

Oltre che nell’attività feneratizia, gli ebrei furono attivi qui anche nel commercio: nel 1464 ebbe, come abbiamo visto, il permesso di commerciare Salomone di Gabriele, mentre nel 1582 Isaia di Leone (Yehudah) Massarano affiancò al prestito la vendita di panni di lana.[10] 

 

Bibliografia

Simonsohn, S., History of the Jews in the Duchy of Mantua, Jerusalem 1977.


[1] Archivio Gonzaga di Mantova, Libro dei decreti (d’ora innanzi AGM, LD), 12 novembre 1446, citato in Simonsohn,  S., History of the Jews in the Duchy of Mantua, p. 212 ,  nota 51.

[2] AGM, LD, 22 gennaio 1455; AGM,  LD, 14 dicembre 1464,  citato ibidem. Sul  permesso di commerciare accordato a Salomone di Gabriele, vedi anche ivi, p. 255, nota 179.

[3] Nel 1509 ricevette il permesso di fenerare a O. Leone (Yehudah) di Mosè Trabotti-Gallico; nel 1519 lo ricevettero Giuseppe e Mosè di Immanuel (Menahem) di Revere; nel 1520 fu la volta di Leone (Yehudah) Trabotti; nel 1529 troviamo Giuseppe e Mosè e, poi,  gli eredi di Giuseppe; nel 1539 e nel 1540, troviamo Mosè e Samuele ( Shimon) di Revere; nel 1565 e nel 1577 Cagim (Hayyim) e Isaia di Leone (Yehudah) Massarano, mentre,  nel 1587 e nel 1594, figurava  solo Isaia. Ivi, p. 224 (nota).

[4] Ivi, pp. 690-691.

[5] Ivi, p. 229, nota 91. L’autorizzazione a fenerare venne data, nel 1605, a Giacobbe, Anselmo (Asher), Graziadio (Hananel), Crescino (Gershon) e Salomone, eredi di Isaia Massarano,  e a Isaia Massarano (il nipote) e Abramo Norsa. Nel 1616 l’autorizzione passò a costoro e, in seguito, agli eredi di Immanuel (Menahem) e Lazzaro (Eleazar) Montalbotto, mentre nel 1626 passò a Immanuel (Menahem) e agli eredi di Lazzaro (Eleazar) Montalbotto. Ivi, p. 236 (nota).

[6] Ivi, p. 51.

[7] Ivi, p. 66; p. 237, nota 110.

[8] Ivi, p. 413, nota 280.

[9]  L’Andreoli  venne minacciato di essere consegnato a un tribunale ecclesiastico, se non avesse desistito dal suo atteggiamento. Archivio della Comunità Israelitica, filza 87, doc. 18, citato ivi, p. 84, nota 272.

[10] Per il permesso di commerciare accordato a Salomone di Gabriele, vedi sopra, nota 2; per il permesso accordato a Isaia Massarano, cfr. Simonsohn, S., op. cit.,  p. 265,  nota 217.  

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