Vicovaro

Titolo

Vicovaro

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Provincia di Roma. E’ situato su un dosso, alla destra del fiume Aniene, sul percorso della via Tiburtina Valeria, che collegava Roma all’Abruzzo e al mare Adriatico. Divenuto possesso della Chiesa Romana, fu da Celestino III nel 1191 dato in feudo agli Orsini di Tagliacozzo[1].

 

Nella prima metà del secolo XVI V. ospitava una piccola comunità ebraica. Da essa provenivano Michele di Isach di V., in lite a Roma nel 1537 con Isach di Moise Levi a motivo delle case e delle botteghe in cui vivevano, ed Angelo e Leo, che si erano trasferiti ad Anagni, dove versarono nel 1542 una speciale tassa di 2 scudi, corrispondente a due vigesime[2]. Un altro ebreo di V., il medico Leucio di mastro Sabbatuccio, ebbe nel 1543 la licenza, valida per cinque anni, di prestare denaro in Montesanto e un  Prospero di Sabbatuccio ottenne nel 1549 la facoltà triennale di prestare su pegno in Fiano Romano[3].

Da Sermoneta venne invece a esercitare il prestito a V. nel 1549 un Magister Abraam, il quale nel 1550 pagò per la vigesima 1 ducato e 20 bolognini[4]. Apparteneva di certo alla sua famiglia quel Ioseph de Abraam de Sermoneta, abitante a V., il quale fu accusato da Lustro di Tivoli di avere avuto una relazione con sua figlia Stella e di averla deflorata. A lui, che respingeva ambedue le accuse, la Camera Apostolica concesse il 5 giugno 1546 un salvacondotto valido sei mesi[5].

 

 

Bibliografia

 

Pomponi, G., La storia di Vicovaro, Vicovaro 1994-1997.

Simonsohn, S., The Apostolic See and the Jews, 8 voll., Toronto 1988-1991.

Stirpe, M., Presenza ebraica nel Lazio meridionale, in Latium, Rivista di Studi Storici, 5 (1988).

pp. 19-33.

Stow, K. R.,  The Jews in Rome¸ Leiden 1995.

 


[1] Pomponi, G., La storia di Vicovaro, Vicovaro 1994-1997.

[2] Stow, K. R., The Jews in Rome, n. 185; Simonsohn, S., The Apostolic See and the Jews, n. 2191. Nel 1529 Michele di Isach aveva ottenuto dalla Camera Apostolica che fossero applicate le sanzioni comminate contro Francesco Orsini e contro gli uomini e le autorità di V. per non averlo risarcito dei gioielli e della mercanzia che gli erano state rubate del valore di 800 ducati. In questo documento Michele de Isach è detto di Vitorchiano (Cfr. Simonsohn, S., op. cit., doc. 1403).

[3] Simonsohn, S., The Apostolic See and the Jews, doc. 2291, 2856.

[4] Ivi., doc. 2443; Stirpe, M.,  Presenza ebraica nel Lazio meridionale, p. 30.

[5] Simonsohn, S., The Apostolic See and the Jews, doc. 2608.

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