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Segni ([1] סייני,סג'ני)
Provincia di Roma. Sita su di un’altura dei monti Lepini, dominante la vallata del Sacco, S. occupa un territorio abitato già nell’età del bronzo e fu un importante municipium romano. La località entrò, poi, a far parte del Ducato Romano e del Patrimonio di San Pietro e nel ‘500 Sisto V la elevò a Ducato, con primo duca Alessandro Conti Sforza.
Sull’insediamento ebraico a S. si hanno scarse notizie: nel 1429, veniva copiata qui per Meshullam di Isacco da S. l’opera di Levi di Gershom Ot nefesh per mano dello scriba Meshullam Nahmias ( o Nehemyah) di Natan da Synagoga[2], e, da un documento del 1472, risultavano qui tre “case” ebraiche[3].
Nel 1524 S. figurava nella lista degli insediamenti ebraici nelle provincie di Campagna e Marittima che venivano stimati per le tasse e la vigesima[4], mentre, nel 1544, il Camerlengo papale concesse a Ventura alias Capone una tolleranza triennale per potervi fenerare e nello stesso anno egli pagò 5 scudi per la vigesima[5]. Nel 1553 invece una concessione simile fu rilasciata a Elia e Sabatucio di Ventura[6].
Il manoscritto settecentesco degli Statuti di S. (Libro V, Capitolo 56) riporta il giuramento che dovevano pronunciare gli ebrei ogni volta che dovevano deporre negli atti pubblici[7].
Nell’elenco delle sinagoghe che, sino alla Bolla di espulsione del 1569, corrispondevano la tassa alla Casa dei Catecumeni di Roma, figurava anche quella di S. prima con 10 e poi con 12 scudi[8].
L’ultimo cenno alla presenza ebraica qui risale al 1587, quando veniva concesso a Isaisas del fu Giuseppe, dimorante a Roma prima del Breve di Sisto V, di aprire un banco feneratizio nella località[9].
Quartiere ebraico
Nella parte alta di S., dove sorgeva l’insediamento cittadino antico, è ubicata la contrada denominata La Giudea, dove si trova la via della Giudea, a forma di ferro di cavallo, in cui sono state rilevate le caratteristiche del “quartiere separato”. Qui si trova un edificio isolato, adibito presumibilmente a sinagoga[10].
Bibliografia
Esposito, A., Una descriptio relativa alla presenza ebraica nel Lazio meridionale nel tardo Quattrocento, in Latium, Rivista di Studi Storici, 2 (1985), pp. 151-158.
Freimann, A., Jewish Scribes in Medieval Italy, in Alexander Marx Jubilee Volume, New York 1950, pp. 231-342.
Loevinson, E., La concession de banques de prêts aux Juifs par les Papes des seizième et dix-septième siècles, in REJ XCIII (1932), pp. 157-178.
Pavoncello, N., Il IV Centenario dell’espulsione degli Ebrei dalla Campagna Romana, in Israel LIV, nº16 (20 Febbraio 1969).
Pavoncello, N., Le comunità ebraiche laziali prima del bando di Pio V, in Lunario Romano 1980: Rinascimento nel Lazio, Roma 1980, pp. 47-77.
Sacerdoti, A. (con la collaborazione di Fiorentino, L.), Guida all’Italia ebraica, Casale Monferrato 1986.
Simonsohn, S., The Apostolic See and the Jews, 8 voll., Toronto 1988-1991.
[1] La traslitterazione סייני risulta dal cod. Oxford 237, risalente al 1429, menzionato in Freimann, A., Jewish Scribes in Medieval Italy, p. 296, nº 314.
[2] Ibidem.
[3] Esposito, A., Una descriptio relativa alla presenza ebraica nel Lazio meridionale nel tardo Quattrocento, p. 157; Simonsohn, S., The Apostolic See, doc. 960.
[4] Simonsohn, S., op. cit., Doc. 1316.
[5] Ivi, doc. 2417-8.
[6] Ivi, doc. 3161.
[7] Il manoscritto settecentesco di D. Lauri, dal titolo Della città di Segni, si trova nella Biblioteca Casanatense di Roma (Ms. Chart. originale inedito), secondo quanto riferisce il Pavoncello, N., Le comunità ebraiche laziali prima del bando di Pio V, p. 70, n. 49.
[8] Pavoncello, N., Il IV Centenario dell’espulsione degli Ebrei dalla Campagna Romana, p. 3.
[9] Loevinson, E., La concession de banques de prêts aux Juifs par les Papes des seizième et dix-septième siècles, p. 25.
[10] Pavoncello, Le comunità ebraiche laziali prima del bando di Pio V, pp. 70-71; cfr. Sacerdoti, A. (con la collaborazione di Fiorentino, L.), Guida all’Italia ebraica, Casale Monferrato 1986, p. 284.