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Nel 1524 San Lorenzo era nell’elenco delle comunità ebraiche di Campagna e Marittima tenute al pagamento della tassa e della vigesima. Nel 1541 la comunità pagò una tassa speciale di 34 scudi, corrispondente a due vigesime. Per il 1550 si ha notizia di un mastro Gaudio sottoposto a una vigesima di 8 ducati[2].
Nel 1542 ottennero una licenza biennale per l’esercizio del prestito in San Lorenzo Moise di Graziele di Fondi e i suoi fratelli Ventura ed Elia e un’uguale facoltà fu concessa due anni dopo a Vito Zafardi Trevis. Nel 1549 riottenne la licenza Elia di Graziano, o di Graziele, in società con Gabriele di Angelo di Sermoneta e due anni dopo la riebbero, con durata triennale, i fratelli Moise ed Elia[3].
Gli ebrei attestati a San Lorenzo a metà XVI secolo sembra fossero tutti esuli del vicino regno di Napoli, come mostrano i nomi di quelli implicati in una grossa ammenda inflitta alla comunità (qehillat qodesh) di San Lorenzo nel 1556 per violazioni di obblighi e divieti imposti dalla bolla Cum nimis assurdum (1555). Uno dei più colpiti fu Elia di Hananiah, detto nelle carte notarili ebraiche anche di “Iohanan” e di “Ieruham”, ossia il già noto Elia di Graziano[4].
Bibliografia
Simonsohn, S., The Apostolic See and the Jews, 8 voll., Toronto 1988-1991.
Stirpe, M., Presenza ebraica nel Lazio meridionale alla metà del Cinquecento, in Latium, Rivista di Studi Storici, 5 (1988).
Stow, K.R., The Jews in Rome, Leiden 1995.
Zaccheo, L. Amaseno: ricerca storica, urbanistica, geomorfologica, Amaseno 1979.
[1] Zaccheo, L. Amaseno: ricerca storica, urbanistica, geomorfologica, Amaseno 1979.
[2] Simonsohn, S., The Apostolic See and the Jews, doc. 1316, 2191, Stirpe, M., Presenza ebraica nel Lazio meridionale, p. 29.
[3] Simonsohn, S., The Apostolic See and the Jews, doc. 2140, 2387, 2869, 2965.
[4] Cfr. Stow, K.R., The Jews in Rome, doc. 1580, 1830, 1889, 1919, 1943, 1946,