Pinerolo

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Pinerolo

Testo

Provincia di Torino. Ricordato nella documentazione per la prima volta attorno al Mille, il centro fece parte del dominio sabaudo.

Banchi e banchieri

La prima notizia documentaria relativa ad una presenza ebraica a P. risale al 1434. Il Consiglio cittadino trattò allora dell'ebreo qui habitare disponit in Pynerolio[1].

Nel 1457-1458 la dimora di almeno un ebreo a P. sembra un fatto assodato[2] e sappiamo che il banco locale fu nel 1568 di Helea Segre, e negli anni settanta del '500 anche di Giacob ed Abramo Segre. In reazione alla venuta di altri ebrei a P., il Consiglio comunale chiese che fosse proibita la dimora degli israeliti, eccettuati, però, i banchieri Segre[3].

Il posto di questi ultimi fu affidato dal duca Emanuele Filiberto nel 1575 ad un gruppo di ebrei portoghesi, che ottennero una condotta valida dieci anni e furono banchi anche altrove nei domini sabaudi.

Nel 1582, e negli anni seguenti, troviamo Moise Melli come banchiere a P., attivo anche in altre località del Piemonte. A questi banchieri se ne unirono ancora altri fino al 1624[4], dopo di che non si trovano più ebrei a P.

Profughi iberici

La venuta nei domini sabaudi di ebrei portoghesi creò dei problemi tra i Duchi Emanuele Filiberto e Carlo Emanuele I e la Santa Sede, che cercava di impedire il passaggio  ai profughi/neofiti dalla penisola iberica, che dopo l'uscita dalla Spagna e dal Portogallo tornavano all'ebraismo. Alcuni rimasero in Italia e altri continuarono il viaggio alla volta dell'Impero Ottomano. Di questi alcuni tornarono poi dalla Turchia in Italia, con passaporto turco, e furono chiamati “levantini” (nuclei di tali ebrei iberici si trovavano a Ferrara, Venezia, Ancona, Livorno).

Il conflitto tra il Papato ed i Duchi terminò con una revisione dei privilegi concessi agli ebrei in Piemonte, allo scopo di impedire a cosiddetti marrani d'insediarsi nei territori del Duca, e, alla fine, anche con un decreto di espulsione dei profughi. Sembra, però, che quest’ultimo non ebbe esito, almeno parzialmente. In conseguenza di esso, però, alcuni dei portoghesi emigrarono a Ferrara e altrove[5]

Bibliografia

Foa, S., Banchi e banchieri ebrei nel Piemonte, in RMI 21 (1955), pp. 38-50, 85-97, 126-136, 190-201, 284-297, 325-336, 471-486, 520-535,

Foa, S., The Conflict between the Princes of Savoy and the Pope Concerning the Jewish Bankers from Portugal, in  Eretz Israel 3 (1954), pp. 240-243 (ebr.).

Loevinson, E., La concession des banques de prêts aux juifs par les papes des seizième et dix-septième siècles, in REJ 92 (1932), pp. 1-30; 93 (1932), pp. 27-52, 157-178; 94 (1933), pp. 57-72, 167-183; 95 (1934), pp. 23-43

Segre, R., The Jews in Piedmont, 3 voll., Jerusalem 1986-1990.

Simonsohn, S., The Jews in the Duchy of Milan, 4 voll., Jerusalem 1982-1986.


[1] Segre, R., Piedmont, doc. 218. Cfr. doc. 144, 156, che forse dimostrano una presenza ebraica anteriore a questa data.

[2] Ivi, doc. 618. Non viene riportato né nome né provenienza.

[3] Ivi, doc. 1020, 1042, 1047, 1051.

[4] Foa, S., Banchi e banchieri , pp. 193, 195 e segg., 284 e segg.; Loevinson, E., Banques de prêts, p. 172; Segre, R., op. cit., doc. 1186, 1187, 1194, 1241, 1275, 1327, 1361, 2037, 2040.

[5] Foa, S., Conflict, p. 242; Segre, R., op. cit., indice, alla voce  Marranos; Simonsohn, S., Milan, indice, alla voce  Marranos, specialmente doc. 3838, 3871.

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