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Provincia di Cuneo. L’insediamento, risalente all’epoca pre-romana, nel Medioevo fu un feudo dei Marchesi di Susa e passò, poi, a quelli di Saluzzo. Distrutta nelle guerre del '500, D. divenne in seguito feudo di diversi signori.
D. fu uno di tanti insediamenti di banchieri ebrei in Piemonte: nel 1590 l'Infanta Caterina, Duchessa di Savoia, concesse ai prestatori locali la conferma dei loro privilegi. Essi potevano percepire un interesse del 18% e commerciare in tutte le merci.
Sappiamo che uno dei banchieri di D. fu Aron Sacerdote, che prestava anche a Mondovì[1]: nel 1593 fu perdonato dal duca, dopo essere stato bandito ed aver visto i propri beni confiscati, e pagò una multa di 1.700 crosoni. Aron prestava in quell’anno a D. assieme ai fratelli Pogetti ed ai loro soci. L'agente locale di Aron fu Emanuele Camerino: tutto il gruppo ebraico fu all’epoca indagato dal capitano generale di giustizia per presunti delitti. Alcuni anni più tardi l'agente di Aron fu Beniamino Galli (Galico), che fu nel contempo autorizzato a prestare anche a Mondovì (1603)[2].
L’unica notizia successiva in merito all'attività dei banchieri a D. risale al 1702, quando Giuseppe Colonna di Torino pagò 800 lire per la licenza di praticare come farmacista in loco[3].
Bibliografia
Foa, S., La politica economica della casa Savoia verso gli ebrei dal secolo XVI fino alla rivoluzione francese. Il portofranco di Villafranca (Nizza), Roma 1962.
Segre, R., The Jews in Piedmont, 3 voll., Jerusalem 1986-90.