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Provincia di Lecco. Sito sul lago di Como, insiste su di un’area abitata già in epoca preistoria, ma le prime attestazioni documentarie risalgono all’età longobarda, quando M. era una “corte regia”. Nel XIII secolo il centro fu un feudo dell’omonima famiglia comitale, ma nel successivo passò sotto il controllo di Azzone Visconti, legando le proprie sorti, anche successive, al Ducato di Milano.
Francesco I Sforza concesse nel 1459 all’ebreo Mandolino un privilegio per prestare a Como e dintorni, che fu confermato al figlio Benedetto nel 1467. Quest'ultimo aprì un banco a M. già in quell'anno e, alla sua morte, il Duca Gian Galeazzo Maria Sforza e la madre Bona confermarono ai suoi figli ed al fratello Mandolino i suddetti privilegi[1].
Sappiamo, inoltre, che un Mosè di M. abitava nel centro lacustre nel 1478, anno in cui un suo parente, minorenne, fu accusato di aver fornicato con ragazzina cristiana, anch’essa minorenne[2].
Un altro ebreo mandellese, Mercadante del fu Cressino, fu tra gli ebrei del Ducato di Milano che furono multati nel 1488, essendo stati accusati da un apostata di aver offeso la fede cristiana. Nove altri correligionari furono trovati colpevoli e condannati a morte, ma il Duca mutò la sentenza capitale in espulsione e confisca dei beni[3].
Un curioso incidente accadde a M. intorno al 1490: la popolazione presentò una petizione al Duca, dal momento che tal Gianfrancesco de Scriptoribus, un convertito, era stato nominato podestà di M. ed essa era contraria alla nomina per diverse ragioni. Gianfrancesco sosteneva che l’opposizione fosse dovuta all’ostilità verso di lui da parte degli ebrei del luogo, cosa che, però, pareva non essere vera, visto anche che Benedetto, il più ricco ebreo di M., aveva prestato aiuto a Gianfrancesco. Gli abitanti, comunque, chiesero in effetti la nomina di un’altra persona[4].
Bibliografia
Simonsohn, S., The Jews in the Duchy of Milan, 4 voll., Jerusalem 1982-1986.