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Provincia di Macerata. Libero comune dal XII secolo, vide avvicendarsi in seguito molte importanti famiglie, tra cui Doria, Mainetti, Chiavelli, Malatesta e Sforza.
La presenza di un insediamento di banchieri ebrei è testimoniata nel 1411 dal fatto che Beniamino di Dattilo di maestro Beniamino di Recanati si impegnò ad impiantare un banco di prestito a M. ed una condotta in questo senso fu stipulata fra Beniamino e il sindaco di M. a nome del Comune[1].
Nel 1409 papa Gregorio XII, intanto, aveva arruolata 220 armigeri condotti dal guelfo Rodolfo di Varano e dai suoi figli Gentilpandolfo e Berardo e per il loro stipendio assegnò il denaro dalle tasse da esigere quell’anno in varie località e comunità ebraiche dei suoi domini: sappiamo così che il contributo dovuto dai giudei di M. nel 1414 era di 6.34.2 ducati[2].
Quello di M. fu prevalentemente un insediamento di banchieri. I concessionari del prestito nel 1533 furono Benedetto di Reguardato, Leone di Guglielmo, Angelo di Salamone e Polidoro, alias Rubino, di Leone. La concessione fu rinnovata nel 1543 a loro e ad altri soci, come sappiamo dalle tolleranze emanate dai camerlenghi e cardinali Raffaele Riario, Francesco Armellino Medici e Agostino Spinola[3].
Nel 1587 il camerlengo papale, il cardinale Enrico Caetani, concesse inoltre a Benedetto e Sabbatello, figli di Laudadio di Benedetto, una licenza per poter venire ed abitare in questa località[4].
Bibliografia
Loevinson, E., La concession des banques de prêts aux juifs par les papes des seizième et dix-septième siècles, in REJ 92 (1932), pp. 1-30; 93 (1932), pp. 27-52, 157-178; 94 (1933), pp. 57-72, 167-183; 95 (1934), pp. 23-43
Saffiotti Bernardi, S., Presenze ebraiche nelle Marche: Un caso nella valle del Fiastra, in Atti del XXIII convegno di studi Maceratesi 1987, Macerata 1990, pp. 505-544.
Simonsohn, S., The Apostolic See and the Jews, 8 voll., Toronto 1988-1991.