Bozzolo

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Bozzolo

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Bozzolo (בוצולו)

Provincia di Mantova. Posto in un’area pianeggiante, sulla destra del fiume Oglio, dal 1478 fu territorio separato dal marchesato di Mantova, essendo assurto a signoria autonoma entro l’ambito dell’impero, sotto i Gonzaga di B. Dopo il 1540, Vespasiano Gonzaga di Sabbioneta ereditò la signoria di B.

Durante gli anni 1708-1746, B. venne aggregata al ducato di Guastalla, sotto i Gonzaga e dal 1746 fece parte dell’impero asburgico 

Il primo accenno ad una presenza ebraica a B. risale al 1522, quando il marchese Federico II di Mantova rilasciò a Giuseppe, Salomone e Lazzaro (Eleazar) di Mosè Levi da Rivarolo la concessione di tener banco a B., Rivarolo e San Martino dall’Argine[1].

Data la distruzione degli archivi dei domini di B. e di Sabbioneta, poche sono le notizie rimasteci sugli ebrei locali: sappiamo, però, che nella seconda metà del secolo XVI vi erano un Salvatore del fu Moise da B. a Cologna Veneta (1564) e un Viviano da B. a Cremona (1590)[2].

Dopo che il vescovo di Mantova ebbe ordinato, nel 1595, che gli ebrei di una serie di località del mantovano sottoponessero a censura i propri libri, risulta che più di settecento  di essi fossero stati espurgati a B., a San Martino e ad Ostiano[3].

Risultava risiedere a B., nel 1597, Clemente di Marco de Cantono (Cantoni), abitante in precedenza a Lodi[4], il cui figlio, Marco (Mordekhay), abitava anch’egli a B. e nominava suo procuratore l’ebreo Madio de Fraimis[5].

Marco di Clemente, i suoi fratelli e gli zii Sansone e Isacco Cantoni ricevettero, nel 1607, il permesso da Paolo V (cui seguì la concessione del principe Giulio Cesare Gonzaga) di gestire un banco feneratizio a B., per otto anni, con i privilegi dei feneratori che operavano dentro e fuori del dominio della Chiesa. Paolo V confermò, nel 1614, per ulteriori otto anni la concessione feneratizia a Isacco Cantoni e ai nipoti (Marco e un fratello), e, nel 1619, la riconfermò loro (il fratello di Marco veniva qui indicato come Lippo ovvero Leone). Nel 1633 la concessione feneratizia fu prorogata per altri dodici anni a Aoria (ovvero Uria) di Ventura (Cantoni?) e a Sansone Cantoni, che gestivano in società un solo banco, secondo le regole del principe di B., il cui testo è andato tuttavia perduto con la distruzione dell’archivio principesco[6]

Dal 1640 circa in poi, Scipione Gonzaga concesse in appalto la zecca di B. ai fratelli Isacco e Giuseppe Segrè, rinnovando tale appalto dodici anni più tardi[7].

Nel secolo XVIII (1730), gli ebrei di B. e di una serie di altre località del Mantovano chiesero la conferma  dei privilegi ricevuti ab antiquo[8].  

Durante uno dei suoi viaggi, il famoso rabbino Hayyim Yosef David Azulai visitò anche B., nel 1776, e, verso la fine del secolo, la località fu anche visitata da un emissario di Hebron[9].

Nel 1780 gli israeliti di B. e Sabbioneta ricevettero privilegi concernenti la libertà di coscienza, di culto e di gestione degli affari commerciali e di  banco: l’abolizione della giurisdizione ebraica per B. e Sabbioneta, proclamata in tali privilegi, si inscrive nell’ambito del tentativo delle autorità imperiali austriache di minarne l’autonomia legale[10].

Attività economiche

All’inizio del loro insediamento gli ebrei esercitarono l’attività feneratizia, ma, in seguito, diedero grande impulso all’agricoltura e all’industria, in particolare nel settore della seta, come testimonia il fatto che è attestata, nel 1765, una società formata da Leone (Yehudah) Vita (Chay) e dai fratelli  Finzi per la coltivazione del gelso a B. e a Sabbioneta[11].

Demografia

Da documenti del 1773 risulta che allora gli ebrei di B. erano 107[12].

Sinagoga

A B. vi era una sinagoga, di cui non si conosce però la data di istituzione[13]

Cimitero

Sino alla fine del XVIII secolo, era in funzione un antico cimitero ebraico, di cui sono state rinvenute lapidi funerarie settecentesche[14].

Personaggi famosi

Nel 1778 nasceva a B. Gioacchino Basevi, che fu uno dei primi ebrei a laurearsi in giurisprudenza e si guadagnò una certa fama con opere giuridiche più volte ristampate[15].

 

Bibliografia

Boriani, G., Storia di Bozzolo (composta nel 1812), Bozzolo 1983.

Colorni, V., Appunti sugli ebrei a Bozzolo, in Judaica Minora. Nuove Ricerche, Milano 1991, pp. 17-52.

Loevinson, E., La concession de banques de prêts aux Juifs par les Papes des seizième et dix-septième siècles, in REJ XCIII (1932), pp. 157-178.

Simonsohn, S., The History of the Jews in the Duchy of Mantua, Jerusalem 1977.

Simonsohn, S., The History of the Jews in the Duchy of Milan, Jerusalem 1982-1986.


[1] Simonsohn, S., History of the Jews in the Duchy of Mantua, p. 227 (nota); cfr. Colorni, V., Appunti sugli ebrei a Bozzolo, p. 17, che menziona i tre fratelli come figli del fu Moise di Leuccio. Il permesso di fenerare fu concesso dal marchese Federico Gonzaga di Mantova, anziché da Federico Gonzaga signore di B., in quanto quest’ultimo, durante la lotta tra l’impero e la Francia, era caduto in disgrazia presso l’imperatore Carlo V, venendo temporaneamente privato dei suoi territori (in seguito ritornati sotto i Gonzaga di B.). Colorni, V., op. cit., p. 18.   

[2] Simonsohn, S., The Jews in the Duchy of Milan, IV, p. 2367; III, doc. 4066.

[3] Simonsohn, S., History of the Jews in the Duchy of Mantua, p. 691.

[4] Simonsohn, S., The Jews in the Duchy of Milan, IV p. 2643; per la paternità di Clemente e la precedente residenza a Lodi, cfr. ivi, III, doc. 3846.

[5] Ivi, IV, p. 2645. Madio de Fraimis affidava l’incarico di riscuotere crediti suoi, del fratello Moise e di Marco de  Cantono a Matteo Sacerdoti, che risiedeva a Lodi anche dopo l’espulsione dal ducato di Milano del 1597. Ibidem.

[6] Loevinson, E., La concession de banques de prêts aux Juifs par les Papes des seizième et dix-septième siècles, pp. 157-158; Colorni, V., op. cit., pp. 19-20.

[7] Boriani, G., Storia di Bozzolo (composta nel 1812), p. 156; p. 162, citato in Colorni, V., op. cit., p. 20, n.17.  Anche i Segrè provenivano da Lodi, come i Cantoni.  Per la provenienza da Lodi e per  l’origine dei cognomi Cantoni e Segrè, cfr. ivi, p. 21.

[8] Colorni, V., op. cit., p. 22, nota 25.

[9] Simonsohn, S., History of the Jews in the Duchy of  Mantua, pp. 495-496; p. 497 (nota).

 [10] Colorni, V., op. cit., p. 23, n. 29; Simonsohn, History of the Jews in the Duchy of  Mantua, p. 370, n. 176.

[11] Ivi, p. 304; p. 309.

[12]  Ivi, p. 194, nota 22.

[13] Ivi, p. 570, nota 213. Il Colorni riferisce che la sinagoga (ormai scomparsa nel XX secolo) era ubicata al numero 10 di via Bonoldi, mentre l’Arca Santa della sinagoga di B., risalente al 1832, è stata trasportata in Israele nel moshav Revakha. Colorni, V., op. cit., p. 22; p. 27.

[14] Simonsohn, S., History of the Jews in the Duchy of  Mantua, p. 83, n. 269.  All’inizio del XIX secolo un nuovo cimitero fu istituito a B. Le iscrizioni tombali, il cui testo è stato trascritto dal Simonsohn, prima della loro successiva sparizione, si trovavano nel cimitero sito ora nel giardino della casa di via Deamicis (attualmente numerata dal 4 al 10). Ibidem; Colorni, V., op. cit., p. 22; p. 27.

[15] Per ulteriori particolari sulle sue pubblicazioni e sulla sua attività di avvocato, tutte posteriori al periodo di cui ci occupiamo, cfr. ivi, p. 23.

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