Chieti

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Chieti  (ציויטא דטיטי)

Sorge nella parte centro-orientale dell'Abruzzo, su una dorsale distante circa 15 km dall’Adriatico. È l’antica Teate, con l’etnico Teatinus (da cui teatino accanto a chietino). La denominazione medievale era Civitas Theate o Theatina, in volgare Civita de Teate o de Chiete. Dopo le vicissitudini altomedievali, con gli Angioini e soprattutto con gli Aragonesi conobbe un periodo di grande sviluppo[1].

Città vescovile dal V secolo, nel 1443 era tassata per 581 fuochi fiscali, nel 1521 per 1037 e nel 1532 per 1150.

Maestro Salomone d’Anagni,  medico di Giovanna II d’Angiò-Durazzo e di papa Martino V, con Vitale di Angelo di Abramo dell’Aquila ottenne nel 1422 concessioni relative alla residenza degli ebrei nelle città dell’Aquila, Sulmona e C., alla loro libertà religiosa ed alle attività economiche.

Alla comunità chietina di un trentennio dopo apparteneva mastro Guglielmo de Iacobo, il quale fu incaricato, insieme a mastro Angelo di Amatrice, di raccogliere dai correligionari morosi d’Abruzzo la rata del donativo di 1.000 ducati richiesto da Alfonso I d’Aragona per la conferma del privilegio di prestare a interesse. Originario della stessa comunità era Angelo di Salomone di C., residente in Amelia nel 1455 e a Terni nel 1458[2].

Al pieno periodo aragonese risale la copia del trattatello astronomico Shes kenafayim (Sei ali) di  Immanuel b. Iacob Bonfils eseguita a C. da Benyamin b. Immanuel da Sulmona della famiglia Zifroni e completata il 31 maggio 1487[3].

Come in altri luoghi, le attività precipue degli ebrei chietini erano la mercatura e il prestito. Le difficoltà dei tempi potevano accentuare la morosità dei debitori, come accadde in seguito all’invasione del Regno da parte di Carlo VIII di Francia (1495). L’11 dicembre 1498 Federico II d’Aragona ordinò alle autorità cittadine di non favorire i debitori nelle loro richieste dilazionatorie, ma di indurli a soddisfare al più presto i  creditori. Il re lo chiedeva sia per sovvenire alle proprie necessità, sia perché – scrisse – non possimo denegare la iusticia a dicti Ebrei[4].

La conquista del Regno da parte degli spagnoli (1503), portò ad una prima espulsione degli israeliti nel 1510: anche il gruppo teatino dovette prendere la via dell’esilio e le autorità cittadine chiesero di essere sgravate del suo onere fiscale. I nuclei ebraici che abitavano nella città assommavano a diciotto[5].

Del primo decennio del Viceregno spagnolo ci è giunta l’autorizzazione a eseguire la macellazione rituale (shehitah) concessa il 14 maggio 1508 a C. da Abraham b. Daniel di Butrio a Leon b. Gabriel[6].

Come nel resto del Regno, dopo qualche anno gli ebrei tornarono in questa località: il 9 giugno 1533 Lazzaro di Guglielmo e Sabatuccio di Daniele di Loreto  abitanti qui con altri rappresentanti delle comunità d’Abruzzo affidarono a Lanciano a Vincenzo del Tinto 800 ducati con il patto di consegnarli a Napoli alla Regia Curia venti giorni dopo la pubblicazione della conferma dei privilegi accordati dal re ai giudei. L’indomani lo stesso Sabbatuccio ed il correligionario Ventura, residente a Vasto, consegnarono a Tiberio di Recupito di San Severino (Salerno) la somma di 62 ducati per il riscatto delle loro mogli Rachele e Lucia e del fanciullo Mosè fatti schiavi a Patrasso[7]. Due anni dopo, il 23 aprile 1535, Sabatuccio era a L’Aquila con altri delegati regionali per nominare Leuzio di Dattilo di Sulmona loro procuratore per contrarre a Napoli o altrove un prestito richiesto dalla Corte per tollerare la permanenza degli ebrei nel Regno[8]. Ma tale permanenza, come è noto, terminò nell’ottobre 1541 per volere di Carlo V.

 

Bibliografia

Colafemmina, C., Documenti per la storia degli ebrei in Abruzzo (III), in Sefer Yuhasin 13 (1997), pp. 9-21.

Marciani, C.,  Ebrei a Lanciano dal XII al XVIII secolo, in Archivio storico per le province napoletane, LXXXI (1962), pp. 167-196.

Mazzoleni, J. (a cura di), Il  «Codice Chigi». Un registro  della cancelleria di Alfonso I d’Aragona re di Napoli per gli anni 1451-1453 , Napoli 1965.

Nicolino, G., Historia della città di Chieti, metropoli delle province d’Abruzzo, Napoli1657.

Ravizza, G., Diplomi e documenti da servire alla storia di Chieti, Napoli 1832-1836 (rist. Bologna 1978).

Richler, B. (a cura di), Hebrew Manuscripts in the Biblioteca Palatina in Parma, Jerusalem 2001.

Sacchetti Sassetti, A., Maestro Salomone d’Anagni. Medico del secolo XV, Frosinone 1964.

Toaff, A., The Jews in Umbria, Leiden-New York-Köln 1993-94.

Verlengia, F., Guida storico-artistica di Chieti, Chieti 1950.


[1] Nicolino, G., Historia della città di Chieti, metropoli delle province d’Abruzzo, Napoli1657; Verlengia, F., Guida storico-artistica di Chieti, Chieti 1950.

[2] Mazzoleni, J.,  Il “Codice Chigi”, pp. 332-333, n. 333; Toaff, A., The Jews in Umbria, nn. 1193, 1276.

[3] Richler, B., (a cura di), Hebrew Manuscripts in the Biblioteca Palatina in Parma, n. 1484.

[4] Ravizza, G., Diplomi e documenti da servire alla storia di Chieti, I, p. 52, n. XXIX.

[5] Colafemmina, C., Documenti per la storia degli ebrei in Abruzzo (III), pp. 11-12, n. 26 (12 giugno 1511).

[6] Richler, B., (a cura di), Hebrew Manuscripts in the Biblioteca Palatina in Parma, n. 273.

[7] Marciani, C., Ebrei a Lanciano, pp. 184-185.  

[8] ASAq, Not. Valerius Dominici de Pizulo, busta 68, vol. XXXVI, c. 95b.

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