Monticelli d'Ongina

Titolo

Monticelli d'Ongina

Testo

Provincia di Piacenza. Posto presso la destra del Po, sulla strada da Piacenza a Cremona,  fu un feudo dei Pallavicino.

Le prime tracce documentarie di un nucleo ebraico a M. risalgono al 1525, quando, tra i debitori di un farmacista romano, viene menzionato anche tale Simone, ebreo di M.. Quasi vent'anni più tardi, due fratelli, Gondisalvuis e Lustrus, figli di Giacobbe di Capua ebbero il permesso di aprire un banco di prestito a M., ricevendo la relativa condotta.

Un’altra attestazione di un gruppo ebraico in loco è data da un documento della metà del XVI secolo, in cui si riporta che tale Conscio di Melii (o Consilio de Meliis) di Salomone, residente a M., recatosi in visita nella sua città natale, Cremona, venne arrestato per aver violato il divieto di esportazione del pane dal Ducato, avendone acquistato per sé e per i figli, e si difese sostenendo di ignorare tale disposizione abitando, ormai, fuori dal dominio ducale.

Nel 1548 il de Meliis risultava procuratore del banchiere cremonese Grassino de Coblenz. Nello stesso anno, il commissario di Borgo informò che il governatore aveva prolungato di due mesi il permesso di residenza per gli ebrei che vivevano con le loro famiglie in una serie di località, tra cui M. Qualche anno dopo, fece richiesta perché gli fosse accordato di aprire un banco a Caorso e, dopo quasi un decennio, ricomparve nei documenti per il saldo del suo debito con un ebreo cremonese, da cui aveva in precedenza preso a prestito una somma di denaro.

Nel 1553 circa don Ferrante Gonzaga riconfermò la condotta decennale dei banchi feneratizi di una serie di località, tra cui M., ordinando ai feudatari e ai loro funzionari di prestare ogni aiuto et favore ad essi hebrei, a tale che cognoscano che liberalmente et sicuramente possino riposarsi et confidarsi in soi privilegi che Sua Maesta gli ha concesso[1].

Tra le famiglie che, dopo l'espulsione da Cremona, si recarono a M., vi fu una parte di quella dei Carmini[2].

Atti notarili, risalenti alla seconda metà del XVI secolo, trattano della vendita di terreni a M. conclusa da ebrei del Ducato: nel 1559, Emanuele de Carmino, cremonese, vendette 10 tavole di terra coltivabile e, nel 1584, Moisè de Poesiis, lodigiano, arrivò ad un accordo di vendita per 5 pertiche di terra, avendo già concluso precedentemente una vendita analoga.

M. si trova nella rete dei banchi ebraici vicini come quelli di Fiorenzuola, Colorno, Bussetto e Cortemaggiore, che vennero autorizzati dalla Sede Apostolica tra la fine del '500 e la metà del '600[3].

Da documenti della prima metà del XVIII secolo, risulta che gli ebrei, avendo divieto di risiedere a Piacenza e Parma, abitavano e feneravano in una serie di località, tra cui M.[4].

 Secondo una fonte ottocentesca, la Comunità di M. sarebbe stata incrementata dagli espulsi da Piacenza (1570) e da Cremona (1580) e a quel periodo andrebbe fatta risalire la confraternita Biqur Holim, avente lo scopo di provvedere alle cure dei malati poveri, di assistere i moribondi e di provvedere alla loro sepoltura[5].

 

Bibliografia

Artocchini, C., La comunità ebraica di Monticelli d'Ongina, in Bollettino storico piacentino 76 (1981), pp. 218-233.

Molossi, L., Vocabolario topografico dei Ducati di Parma, Piacenza e Guastalla, Parma, 1832–1834.

Ravà, V., Gli Israeliti nelle province parmensi, in L'Educatore Israelita 18 (1870), pp. 212-213; Segre, R., Gli ebrei Lombardi nell'età spagnola, Torino 1973.

Servi, F., Uno sguardo alle Comunioni Israelitiche Italiane, in Il Corriere israelitico 5 (1866–67), pp. 337-340.

Simonsohn, S., The Jews in the Duchy of Milan, Jerusalem 1982-1986.

Loevinson, E., La concession des banques de prêts aux juifs par les papes des seizième et dix-septième siècles, in REJ 92 (1932), pp. 1-30; 93 (1932), pp. 27-52, 157-178; 94 (1933), pp. 57-72, 167-183; 95 (1934), pp. 23-43.


[1]  Segre, R.,  Gli ebrei lombardi nell'età spagnola, p. 30.

[2]  ivi, p. 126, n. 2.

[3]   Loevinson, E., Banques de prêts, p. 178 e segg.

[4] Simonsohn, S., The Jews in the Duchy, II, doc. 2717, 2578, 2923, 3266; IV, p. 2256, p. 2257, p. 2317, p. 2601.

[5] Ravà, V.,  Gli Israeliti nelle province parmensi, p. 212.

Geolocation