Alessano

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Alessano

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Provincia di Lecce. Posto ai piedi della Serra dei Cianci, nell’estrema punta, o Capo, della penisola salentina, fu sede vescovile dal secolo XI al 1818. Nel 1443 fu tassata per 92 fuochi.

La presenza ebraica nella cittadina era certamente assai antica se nel 1368 la regina Giovanna I lamentava che molti neofiti o figli di neofiti erano affluiti da A. e da altre località di Terra d’Otranto a Lecce e a Copertino, dove erano ritornati all’ebraismo e avevano dato vita a nuove comunità e sinagoghe[1].

Nel 1473 gli ebrei locali denunciarono alla Camera della Sommaria di subire discriminazioni in materia di tasse. Essi, infatti, nell’ultimo censimento erano stati annoverati e iscritti con i fuochi della locale università, che aveva deciso di raccogliere il denaro necessario ai pagamenti fiscali non per apprezzo, come era stato fatto fino ad allora, ma mediante dazi sul vino, la carne e altri prodotti. Il ricavato dei dazi doveva servire anche per pagare il donativo annuale dovuto al signore locale, che era in quel tempo Raimondo del Balzo. Gli ebrei erano stati però esclusi dalla fruizione del ricavato delle gabelle per la parte riguardante il donativo e da ciò la loro protesta a Napoli. La Camera della Sommaria diede loro ragione ed in data 15 giugno 1473 scrisse al del Balzo perché anche il donativo da loro dovuto fosse prelevato dal denaro delle gabelle: se queste non fossero bastate a soddisfare tutti gli oneri, quello che mancava doveva essere fornito da tutti i membri della collettività sulla base dell’apprezzo dei beni[2].

Nel 1494 il re Alfonso II confermò al conte Giovan Francesco del Balzo i suoi feudi e diritti, tra cui quello su «alcuni ebrei di Alessano»[3]. Tra essi in questo periodo sono noti Moyses de Savino, Manache de Elia ed Elia de Elia, che nel 1492 lasciarono debiti in Gallipoli per l’acquisto di cuoi[4].

In forza del decreto di espulsione emanato nel 1510 da Ferdinando il Cattolico, nuovo sovrano del regno di Napoli (1503), anche gli ebrei di A. esularono. La città si affrettò a chiedere alla Camera della Sommaria la loro cancellazione dai ruoli fiscali, che fu concessa il 12 agosto 1512. Dalla lettera della Camera risulta che i fuochi ebrei che abitavano in loco al momento dell’espulsione erano 16, su di un totale di 76 fuochi cittadini. Dei sedici fuochi, quattro già non pagavano alcun contributo essendo costituiti da vedove e da poveri e l’università fu quindi portata, sul piano fiscale, a 64 fuochi[5].

Nonostante il bando del 1510, parecchi israeliti restarono nel Regno o vi ritornarono subito dopo. Ciò accadde anche ad A., come consta da una lista di somme di denaro versate dalla comunità negli anni 1529-1533. Alla stessa maniera che nel resto del Regno, però, gli ebrei dovettero lasciare definitivamente la cittadina nel 1541.

Dopo la loro partenza, ma forse già nel 1495, quando Carlo VIII di Francia invase il Regno, o dopo l’espulsione del 1510, la sinagoga di A. fu consacrata in chiesa e dedicata a Santa Maria della Grazia, come dimostrato dalla Relatio ad limina stesa nel 1590 dal vescovo Ercole Lamia. La chiesa esisteva ancora nel 1620, ma in seguito venne abbattuta, o adibita a uso profano, e ad oggi si ignora dove fosse il suo sito. Qualche studioso la identifica con la chiesa di Santa Maria del Foggiaro, anch’essa non più esistente, ma la cui ubicazione viene con certezza indicata a pochi metri dalla Via della Giudecca, che inizia da Piazza Castello  e, dopo avere incrociato  Via S. Maria del Foggiaro, sbocca in  Via Muraglia[6].

Forse fu a motivo dell’insediamento ebraico, che in origine sarà stato assai consistente, che gli abitanti di A. vengono da secoli dileggiati da quelli dei paesi vicini con l’epiteto «giudei»[7].

 

 

Bibliografia

 

Colafemmina, C., Documenti per la storia degli ebrei in Puglia nell’Archivio di Stato di Napoli, Bari 1990. Nuova edizione riveduta e ampliata Messaggi, Cassano Murge, 2009.

Colafemmina, C.,Ebrei e cristiani novelli in Puglia. Le comunità minori, Bari 1991.

Colafemmina, C., Gli ebrei in Leucadia, in Il Basso Salento. Ricerche di storia sociale e religiosa, a cura di Palese, S., Congedo, Galatina 1982, pp. 71-80.

Panareo, S., Dileggi e scherni tra paesi dell'estremo salento, Lecce 1905.

Silvestri, A., Gli ebrei nel regno di Napoli durante la dominazione aragonese. in Campania Sacra, 18 (1987), 21–77.


[1] Codice Diplomatico Brindisino, II, p. 242, doc. 94.

[2] Colafemmina, C., Documenti per la storia degli ebrei in Puglia, pp. 32-33, doc. 8; Id., Ebrei e cristiani novelli in Puglia, pp. 198-200.

[3] Regesto della Cancelleria Angioina, p. 124, n. 800.

[4] Silvestri, A., Gli ebrei nel regno di Napoli, p. 38.

[5] Colafemmina, C., Documenti per la storia degli ebrei in Puglia, p. 239, doc. 257; pp. 258-59, doc. 281.

[6] Colafemmina, C., Gli ebrei in Leucadia, p. 72, tavv. V-VI. Id., Ebrei e cristiani novelli in Puglia, pp. 197-199.

[7] Panareo, S.,  Dileggi e scherni, p. 115.

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