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Piperno (ora Priverno)
Provincia di Latina. Insistente, probabilmente, su di un insediamento del XII secolo a.C., P. fu un centro volsco nel IV secolo ed in seguito divenne una colonia romana. Distrutta dalle invasioni saracene del IX secolo, fu ricostruita su di un colle limitrofo. Faceva parte dello Stato della Chiesa.
Il 30 dicembre 1425 Emanuele di Jacob da P. risultava abitante a Camerino[1], mentre nel 1462 Salomone di Aliuccio da P. aveva ottenuto una condotta quinquennale per prestare a Castiglion Fiorentino[2], dove ancora risiedeva nel 1475[3].
Da un documento del 1472 risulta che vi erano allora sette case ebraiche a P[4].
Gli statuti locali imponevano agli ebrei di non uscire di casa nei giorni di Giovedì e Venerdì Santo e dalle disposizioni del Comune si desume che i feneratori erano qui numerosi ed avevano l’obbligo di offrire drappi per le feste pubbliche[5].
La vita degli ebrei a P. risulta dalle fonti più difficile che in altre località laziali: ad esempio, ogni volta che uno di loro moriva, gli eredi dovevano fare una canna bone silicis in una delle vie pubbliche, secondo le indicazioni dei viarii. Essi, inoltre, erano soggetti a gravi limitazioni giudiziarie: non potevano muovere accuse in giudizio contro cristiani se non per ingiurie e offese e le loro testimonianze venivano considerate valide solo se confermate da due testimoni cristiani[6].
Pagavano le tasse, compresa la vigesimacon le altre comunità delle provincie di Campania e Marittima[7].
Nella prima metà del '500 vi furono tra gli ebrei di P. dei banchieri e dei cambiavalute[8].
Nell’elenco delle sinagoghe che, sino alla Bolla di espulsione del 1569, corrispondevano la tassa alla Casa dei Catecumeni di Roma, figurava anche quella di P. prima con 10 e poi con 12 scudi[9].
Dopo l’espulsione, molti ebrei presero il cognome “Piperno”, che rimase a ricordare la loro permanenza nella località.
Il possessore del Codice ebraico 2977 (già H.2.9.) della Biblioteca Casanatense di Roma (ascritto al XIV secolo), Elia di Daniele da P., conosciuto col nome di Elia di Amati, faceva presumibilmente parte degli esuli della comunità di locale[10].
Bibliografia
Caciorgna, M.T., Presenza ebraica nel Lazio meridionale: il caso di Sermoneta, in Aspetti e problemi della presenza ebraica nell’Italia centro-settentrionale (secoli XIV e XV), Roma 1983, pp. 129-173.
Esposito, A., Una descriptio relativa alla presenza ebraica nel Lazio meridionale nel tardo Quattrocento, in Latium, Rivista di Studi Storici, 2 (1985), pp. 151-158.
Pavoncello, N., Il IV Centenario dell’espulsione degli Ebrei dalla Campagna Romana, in IsraelLIV, 16 (20 Febbraio 1969).
Pavoncello, N., Le comunità ebraiche laziali prima del bando di Pio V, in Lunario Romano 1980 : Rinascimento nel Lazio, Roma 1980, pp. 47-77.
Simonsohn, S., The Apostolic See and the Jews, 8 voll., Toronto 1988-1991.
[1]Sezione di Archivio di Stato di Camerino, Ser Giovanni di Antonio, n. 467, cc. non numerate.
[2]Archivio di Stato di Firenze, NA, n. 6145, Ser Niccolò di Michele Dini, c. 103r.
[3]Archivio di Stato di Firenze, NA, n. 16830, Ser Pietro di Antonio da Vinci, c. 471v.
[4] Esposito, A., Una descriptio relativa alla presenza ebraica nel Lazio meridionale nel tardo Quattrocento, p. 157; Simonsohn, S., The Apostolic See, Doc. 960.
; Simonsohn, S., The Apostolic See, doc. 960.
[5] Caciorgna, M.T., Presenza ebraica nel Lazio meridionale: il caso di Sermoneta, p. 153.
[6] Ivi, p. 154.
[7] Simonsohn, S., op. cit., doc. 1316, 2191, 2427, 2503, 2601.
[8] Ivi, doc. 2178, 2244, 2257, 2372, 2383, 2388, 2554, 2592, 2720, 2748, 2886.
[9] Pavoncello, N., Il IV Centenario dell’espulsione degli Ebrei dalla Campagna Romana, p. 3; cfr. Idem, Le comunità ebraiche laziali, p. 56.
[10] In una pagina del Codice in questione si trova l’atto di nascita di Shabbetai, figlio di Elia [di] Amati, nato nel dicembre 1582. Pavoncello, N., Le comunità ebraiche laziali, p. 56.