Titolo
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Ceprano (ציפרנו)
Provincia di Frosinone. C., che sorge a ridosso dei monti Lepini e domina la valle del Sacco, apparteneva alla provincia pontificia di Campagna e Marittima e fu prima un feudo della famiglia dei Conti, signori di Ceccano, dal 1559 dei Santacroce e dal 1625 dei Colonna[1].
Il noto poeta Manuele Romano, appartenente alla famiglia Zifroni (צפרוני), è indicato nelle fonti anche come “da C.”: egli, vissuto tra la seconda metà del XIII secolo e la prima metà del XIV a Roma e in altre località dello Stato Pontificio, fu autore di opere in ebraico, in latino ed in volgare, tra cui si ricordano in particolare le Mahberot, ed ebbe forse un rapporto di amicizia con Dante Alighieri.
Prospero di Emanuele di C. fu nominato nel 1524, insieme a Mosè di Benedetto di Cori e Samuele di Mele di Ferentino, collettore della tassa della vigesima imposta alle province di Campagna e di Marittima[2]. Quella di Emanuele era una famiglia assai attiva nel prestito: nel 1542 Leo di Emanuele di C. ed il socio Elia di Montopoli erano banchieri a Velletri, esentati dall’obbligo di portare il contrassegno e, nella stessa città, operava anche il fratello di Leo, Gisele. Nel 1546 Leo e Angelo di Emanuele furono incaricati di raccogliere i contributi dovuti dagli ebrei di Sabina, Sezze, Anagni, Ferentino, Tivoli, Terracina, Vetralla, Alatri, Piperno e Genazzano, che non erano stati raccolti dai precedenti esattori, il medico Sabato di Sacerdote e Sabato di Ventura. Benedetto di Mele di C. era , invece, prestatore a Ripi nel 1545[3]: a C., dove abitava, egli pagò per la vigesima 10 ducati e 80 bolognini, più 90 bolognini di interesse[4]. Banchiere in questa località era, invece, nel 1545 con facoltà triennale, Raffaele di Angelo di Bauco[5].
Il 5 dicembre 1555 Benedetto di Mele e Lazzaro di Sacerdote furono sottoposti a procedimento giudiziario a C. con l’accusa di aver fatto diverse usure, in violazione della bolla Cum nimis absurdum emanata da Paolo IV il 14 luglio di quell’anno. Secondo l'accusa, essi speculavano sulla compravendita di bovi, mezzi bovi, quarti di bovi acquistati in cambio di grano o di denaro, ma essi si difesero appellandosi ad una speciale concessione che li autorizzava non solo a fare usure in qual modo lì piace, ma anche a praticare prestiti ad interesse e su pegno di qualsiasi genere, compresi quelli di necessità. Per questa ragione sia Benedetto che Lazzaro, ed il loro fattore Ventura di Ripi, erano stati già assolti dal vescovo di Veroli il 19 novembre. Quanto al resto, essi avevano osservato e osservavano gli altri capitoli della bolla: avevano venduto in credenza i rispettivi beni stabili (entrambi la propria casa di abitazione ed un orto ciascuno) per la somma totale di 135 ducati e, come altri ebrei, si erano serviti di cristiani a lavare panni e a portare acqua in casa, pagando sempre botta per botta il prezzo richiesto ed anche, talvolta, qualcosa in più. Avevano venduto, poi, certi pannetti che avevano in casa, di proprietà di un loro parente di nome Sabato, avevano osservato e osservano gli statuti di C. sebbene prima non vi fossero tenuti in virtù della speciale concessione in loro possesso ed avevano continuato a prestare denaro dopo la bolla con l'interesse di un baiocco per ducato e anco gratis et amore. Sollecitata, quindi, la sentenza assolutoria, questa fu emessa il 12 dicembre[6].
Bibliografia
Iacovacci, R., Da Fregelle a Ceprano. La storia del mio paese, Ceprano 2005 (ristampa copia anastatica).
Simonsohn, S., The Apostolic See and the Jews, 8 voll., Toronto 1988-1991.
Stirpe, M., Gli ebrei di Campagna e Marittima e l’editto di Paolo IV, in Scritti in memoria di G. Marchetti Longhi, Anagni 1990, pp. 291-329.
Stirpe, M., Presenza ebraica nel Lazio meridionale alla metà del Cinquecento, in Latium, Rivista di Studi Storici, 5 (1988), pp. 19-33.
[1] Iacovacci, R., Da Fregelle a Ceprano. La storia del mio paese, Ceprano 2005 (r.a.).
[2] Simonsohn, S., The Apostolic See and the Jews, n. 1316.
[3] Ivi, doc. 2158, 2160, 2178, 2564, 2601.
[4] Stirpe, M., Presenza ebraica nel Lazio meridionale, p. 33.
[5] Simonsohn, S., The Apostolic See and the Jews, n. 2521.
[6] Stirpe, M., Gli ebrei di Campagna e Marittima, pp. 301-302.