Trapani

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Trapani

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Trapani, in Val di Mazara sulla punta occidentale della Sicilia, fu una città demaniale. L’insediamento, nato in epoca preistorica, divento e rimase un emporio importante ai tempi di Fenici, dei Greci, dei Romani ed anche in seguito.

La presenza ebraica è forse attestata qui dai tempi dei Musulmani. Alla metà dell’ XI secolo Barhun b. Musā  Tāhertī, in una lettera (della Ghenizà del Cairo)diretta in Egitto, raccontava che stava trasferendosi a Mahadia (Africa del Nord) e trattava i propri affari commerciali nonché quelli familiari: alcuni ritengono che la missiva sia stata scritta da T[1].

Nell'età dei Hohenstaufen, Ser Mishael da Trapani faceva un prestito a Maestro Isacco di Maestro Iuda, ebreo, per il finanziamento di una impresa commerciale marittima  comune, finalizzata all'importazione di merci in Sicilia[2].

Alla fine del XII secolo gli Statuti di Trapani stabilivano che un ebreo non poteva testimoniare contro un cristiano e viceversa[3], mentre in un’ altra lettera della Ghenizà, datata 1208, si accenna all'arrivo ad Alessandria d’Egitto, su una nave proveniente da questa città, di un uomo (in origine cristiano o musulmano) convertitosi all’ebraismo[4].

L'unico documento sugli ebrei di T. dell'epoca Angioina fa riferimento, invece, alla nomina da parte del vescovo di Mazara di un sacerdos della comunità locale[5].

Nell'età Aragonese la prima notizia sugli ebrei di T. risale al 1293, quando il re li informò che Maestro Aquato, medico, era stato nominato loro giudice e rabbino (sichus e magister legis)[6].

I rapporti tra i due gruppi, quello ebraico e quello cristiano, furono pessimi per tutto il secolo XV: le controversie erano continue, come le lamentele di fronte al viceré, ed andarono avanti fino all'espulsione (1492), proseguendo anche dopo. Tra le cause di attrito vi furono la suddivisione delle tasse e di altri oneri, la difesa della città, la costruzione delle mura ed il rifornimento d'acqua, senza contare che, anche a qui, i predicatori fomentavano i dissidi[7].

Gli ebrei di T. furono impegnati in tutti i settori economici tipici dei correligionari siciliani. Furono, inoltre, coinvolti nella produzione e nel commercio del corallo, (peculiarità trapanese) tanto che il loro peso in tale attività era proporzionalmente superiore alla loro percentuale numerica all’interno della popolazione. Essi operarono, poi, anche nella produzione del tonno e nel commercio internazionale, in particolare con il Maghreb[8].

I Sala furono gli ebrei più prominenti di T. nel '400: si distinsero, infatti, come familiari del re, ambasciatori a Tunisi, commercianti internazionali, banchieri, funzionari della comunità, e furono i più ricchi tra i correligionari del luogo[9].

Uno dei pochi rabbini siciliani del '400, del quale si abbia qualche notizia in particolare, R. Iona Usueli, operò anche a T[10], come pure un copista ebreo, che vi figura nella seconda metà del secolo[11].

Numericamente la comunità ebraica di T. fu la terza della Sicilia, dopo Palermo e Siracusa, secondo quanto risulta dagli elenchi delle tasse[12].

Il sito del principale quartiere ebraico e della sinagoga è stato individuato nel quartiere di S. Pietro, ma ciò non toglie che gli ebrei vivessero sparsi anche in altre zone della  città[13].

 


[1] Simonsohn, Jews in Sicily, Doc. 97. La lettura è incerta. Gil, Sicily 827-1072, p. 123 e segg. riporta Trapani. Ben-Sasson, Jews in Sicily, p. 431 e segg. e Goitein, Mediterranean Society, vol. 4, p. 168 e segg. e vol. 5, p. 46 e segg. invece hanno Tripoli (Africa del Nord).

[2] Simonsohn, Jews in Sicily, Doc. 193; Zeldes-Frankel, Trade with Sicily, Doc. 5.    

[3] Simonsohn, Jews in Sicily, Doc. 198; Straus, Die Juden im Königreich Sizilien unter Normannen und Staufern p. 102.

[4] Simonsohn, Jews in Sicily, Doc. 205; Zeldes-Frankel, Trade with Sicily, Doc. 4.

[5] Simonsohn, Jews in Sicily, Doc. 230; Straus, Die Juden im Königreich Sizilien unter Normannen und Staufern, p. 112.

[6] Simonsohn, Jews in Sicily, Doc. 274.

[7] Ivi, vol. 18, passim. Ashtor, The Jews of Trapani in the Later Middle Ages, p. 1 e segg.; Coppola, Ebraismo a Trapani, p. 157 e segg.; Precopi Lombardo, Comunità ebraiche del Trapanese, p. 463 e segg.;Scandaliato, Momenti di vita ebraica a Trapani, p. 167 e segg. Per le iscrizionisi veda Simonsohn, Epigrafica ebraica, p. 514 e segg. Sui rapporti con l’autorità, le istituzioni comunitarie ed altri aspetti siveda la voce relativa alla città di Palermo. 

[8]Sparti, Fonti per la storia del corallo nel medioevo mediterraneo, passim; Id., Gli ebrei siciliani e l’arte de corallo, p. 137e segg.; Simonsohn, Jews in Sicily,vol. 18, cap. 12.

[9] Fodale, Samuele Sala, p. 275 e segg.

[10] Simonsohn, Jews in Sicily, Doc. 2024 e vol. 18. cap. 11.

[11] Ivi, p. 10066; Scandaliato, Il contratto di un copista ebreo a Trapani nel 1470, p. 41 e segg.

[12]Simonsohn, Jews in Sicily., vol. 18. cap. 4. e Doc. 5766 per la tassa d'uscita.

[13] Scandaliato, Momenti di vita ebraica a Trapani nel quattrocento, p. 167 e segg.

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