Siracusa

Titolo

Siracusa

Testo

Siracusa, sulla costa orientale della Sicilia, è il quarto centro dell'isola per numero di abitanti e fu una colonia greca, nonché una città romana e bizantina. Presa dagli Arabi nell’ 878 e dai Normanni nel 1086, diventò capitale del demanio reginale sotto gli Aragonesi ed il suo centro storico si concentrò prevalentemente sulla penisola di Ortigia.

Probabilmente S. fu uno dei primi e più duraturi insediamenti ebraici della Sicilia, dato che risaliva all'epoca antica e rimase in vita continuamente fino all'espulsione del 1492. Alcuni storici ed altri studiosi hanno teorizzato che qui fossero approdati dei profughi dalla Palestina in seguito alla distruzione di Gerusalemme ad opera dei Romani (70 d.C.), ma non è venuto alla luce, almeno fin'ora, nessun documento attendibile che dimostri una presenza ebraica a S. e che sia databile a prima del IV-V secolo dell'era cristiana: a questi secoli risalgono, appunto, alcune iscrizioni tombali[1].

Dopo un lungo silenzio, le lettere della Ghenizà del Cairo aprono una finestra sulla vita degli ebrei in città nell’ XI secolo. La prima di esse fa riferimento alla comunità e alle sue funzioni di tribunale[2], mentre un breve accenno risale al 1060, quando Umm al Khayr, vedova ebrea di Ragusa, scrisse al proprio figlio Iuda in Egitto, e raccontò, tra l’altro, di aver maritato una figlia a S[3].

Verso la fine del XII secolo la comunità ebraica cittadina stava crescendo e, dovendo ampliare il cimitero, comprò un pezzo di terreno dal vescovo Guido di Anania[4]. Intorno al 1200 Maimonide scrisse un responsum al gruppo siracusano tramite R. Anatoli b. Ioseph, nativo della Francia, che aveva fatto sosta in Sicilia durante un viaggio in Egitto. La questione verteva sul matrimonio di un’ebrea ed un eunuco, proibito secondo la legge ebraica. R. Anatoli chiedeva a Maimonide una risposta dettagliata, dal momento che, egli aggiungeva, gli ebrei di S. "non sono versati nella Tora e [non sono] in grado di capire [la risposta] se non viene ben spiegata"[5].

Il primo documento dell'età Aragonese che ricorda gli ebrei locali è legato all'intervento di re Federico II (III) in favore degli eredi di Iuda, alias Leone, Turtuvidi di S., assassinato e derubato nel territorio di Zara. La vittima si trovava, infatti, in viaggio per affari, la prima occupazione anche degli altri correligionari siracusani[6], i quali, a differenza del resto degli ebrei siciliani, non possederono vigne o tenute agricole almeno sino alla fine del '300. Essi furono, invece, tra i principali imprenditori del commercio internazionale di S., diretto in particolare verso l'Africa del Nord, ma anche verso Malta ed altre località mediterranee. Navi di tutte le nazioni passavano da S. e gli ebrei furono tra i passeggeri ed i proprietari delle merci che si trovavano a bordo. Numericamente, però, gli artigiani e i piccoli commercianti locali furono superiori ai grandi uomini d'affari internazionali[7].

S. fu, inoltre, teatro di un clamoroso episodio nel 1455: in quell’anno un gruppo di ebrei locali e di altri luoghi si erano imbarcati dal suo porto su una nave dei valenciani fratelli Burgos per viaggiare alla volta della Palestina. Essi furono fermati, perché privi di licenza di lasciare il paese, e condannati ad una pesante multa per la presunta infrazione[8].

Il personaggio più prominente tra gli ebrei siracusani del '400 fu Beniamino Romano. Armatore con base in questa città, egli commerciava con l'estero, prestava ingenti somme al sovrano e fu il rappresentante delle comunità ebraiche siciliane, che ottennero dal re la licenza di creare uno studium generale, cioè un istituto di studi superiori, forse una yeshiva o simile[9]. Questo progetto, probabilmente, non fu attuato, ma S. rimase comunque uno dei centri più importanti per i dotti e degli scienziati della Sicilia ebraica. Qui, infatti, abitavano astronomi e matematici, medici ed eruditi in diverse materie. Fra loro vi era Ishaq ben Shlomo (b. Zaddiq) Alhadab, poeta e scienziato, che, nativo della Spagna, in viaggio per la Terra Santa fece sosta a S. intorno al 1396 e vi rimase per il resto della propria vita. Egli inventò uno strumento per l'osservazione astronomica e scrisse due trattati sull'argomento, rimasti finora in forma manoscritta, come altre sue opere ad oggi inedite. Tra i suoi colleghi in città si ricordano Isac ben Elia Cohen e Geremia Cohen da Palermo, che ci danno  l'impressione che S. attraesse particolarmente gli astronomi ebrei[10].

A S. furono copiati, inoltre:

- alcuni trattati di medicina in ebraico e giudeo-spagnolo nel 1419[11].

- i due libri di Archimede sulla sfera ed il cilindro, tradotti da Qalonimos b. Qalonimos, assieme ad un trattato di Giordani Rufo sulla medicina del cavallo, le ”acque” di Poreta, un trattato astronomico sulle tavole di Ibn al-Zarqala, il trattato sull'astrolabio di Giacobbe b. Makhir ed un'altra versione dello stesso, ad opera di Isacco b. Giuda Sagittuni nella casa di Isacco Cohen nel 1452[12].

- lo Yesod 'Olam di Isacco b. Ioseph Israeli ad opera di Samuel b. Reuven per Shalom b. Shlomo, alias Yerushalmi, nel 1484[13].

- la Miscellanea Astronomica con le tavole di Isacco Elia Hacohen e la Kle Hemda di Ishaq Alhadab, per mano di Shalom Yerushalmi, b. Shlomo, b. Sadia, b. Zakharia, b. Hiyya, b. Iacob, forse per uso personale, nel 1482-87[14].

- il Commentario di Levi b. Gerson su Proverbi, Daniele, Ezra, Nehemia e le Cronache, ad opera di da Shabbatai Sabatanello per Shalom Yerushalmi nel 1489[15].

-  lo Zohar (incompleto), copiato da Shabbatai Sabatanello per Israel Attan nel 1489[16]

- lo Yesod 'Olam di Isacco b. Ioseph Israeli, per mano di Abraham b. Isac, alias Iosha per uso proprio; le Orah Selula, tavole astronomiche e introduzione di. Shlomo Ibn al-Hadab; lo Shesh Kenaphayim sull’astronomia di Emanuel b. Iacob Bonfils;le  Ha-Qibbutzim ve-ha-Niggudim, tavole sull'opposizione e congiunzione di Isac Hacohen di Siracusa e un opuscolo sull'astrolabio nel 1491[17].

- una Pianta astrologica di Ishaq Alhadab di Siracusa, forse nel 1482-83[18].

 

Quella di S. comparve sulle liste per le esazioni dei tributi delle comunità siciliane assieme con le altre facenti parte della camera reginale, impedendoci un calcolo preciso della parte di sua spettanza nel pagamento. Sappiamo, comunque, che essa fu al secondo posto, dal punto di vista numerico, dopo Palermo.

Il quartiere ebraico restò su Ortigia fino alla cacciata del 1492, e qui trovarono posto anche le istituzioni comunitarie, come la sinagoga e il miqiveh, mentre il cimitero fu situato tra Ortigia e la terraferma, ed è stato coperto dal mare in seguito al taglio dell'istmo operato nel '500[19].

 

 

 

 

 

 


[1] Simonsohn, Jews in Sicily, 1, Introduction e Doc. 8-9; Id., Gli ebrei a Siracusa ed il loro cimitero, p. 8 e segg.; Id., Epigrafica ebraica, p. 509 e segg. Anche i riferimenti agli ebrei nelle vite di santi e vescovi siracusani, come Zosimo (655 incirca), non sono più che racconti agiografici, che contengono i consueti elementi della propaganda religiosa dell'epoca.

[2] Gil, Sicily 827-1072, p. 141 e segg.; Simonsohn, Jews in Sicily, Doc. 40.

[3] Ivi,Doc. 132. La donna è stata identificata con la madre del rabbino R. Maşlīah b. Eliah.  

[4] Ivi, Doc. 190; Wansbrough, Judaeo-Arabic Document from Sicily, p. 307 e segg.

[5] Simonsohn, Jews in Sicily, Doc. 203; Maimonide, Responsa, 2, No. 346, p. 620 e segg.

[6]Simonsohn, Jews in Sicily, Doc. 336, 338; Lattes, Di un mercatante ebreo siracusano, p. 322 e segg.Sui rapporti degli ebrei con l'autorità, con le istituzioni comunitarie, ecc. si veda la voce relativa alla città di Palermo.  

[7] Simonsohn, Jews in Sicily, Doc. 1469; Mulè, Ebrei tra Siracusa e Malta, p. 101 e segg.; Id., Nuovi documenti sulle comunità ebraiche della Sicilia orientale, p. 231 e segg.; Id., La comunità ebraica di Siracusa nel ‘400, pp. 59-86; Scandaliato, Ebrei a Siracusa, p. 8 e segg.

[8] Simonsohn, Jews in Sicily, vol. 18, cap. 6; Id., 'Alyyah di ebrei siciliani nel Quattrocento, p. 48 e segg.

[9] Simonsohn, Jews in Sicily, Doc. 3676 (studium); Mulè, Beniamino Romano, p. 343 e segg.

[10]Simonsohn, Jews in Sicily, vol. 18. cap. 11.

[11] St. Petersburg, Orient. Inst. C 83, Sfar Data, 366.

[12] Oxford, Bodleiana, Laud. Or. 93, Sfar Data C252.

[13] Oxford Bodleiana, Hunt. 299, Sfar Data C258.

[14] Ms. Vaticano Ebraico 379, Sfar Data E220.

[15] Ms. Vaticano Ebraico 91, Sfar Data E226.

[16] Ms. Vaticano Ebraico 207, Sfar Data E227.

[17] Ms. Paris 1069. Sfar Data B238.

[18] Oxford, Bodleiana, Reggio 46. F. 19306.

[19] Pagnano, Giudecca di Siracusa, p. 63 e segg.; Scandaliato., "Meschita Judeorum" a Siracusa, p. 291 e segg.; Id., Siti ebraici dell'Ortigia, p. 2 e segg.; Id., I bagni ebraici, p. 399 e segg.; Scandaliato-Mulè, La sinagoga e il bagno rituale degli ebrei di Siracusa, passim.

Geolocation