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Ostia (Ostia Antica)
Provincia di Roma. O. sorse intorno al IV secolo a.C. come accampamento militare e prosperò come porto romano in età imperiale, quando divenne un vivace centro commerciale, specializzato nell’approvvigionamento di grano per la capitale. Giunta a contare tra 75.000 e 100.000 abitanti e divenuta sede episcopale, nel III secolo d.C. subì comunque una forte crisi e, parzialmente ristabilitasi nel successivo come area residenziale, finì con l’essere soppiantata, anche se non completamente, da Porto. Il periodo di decadenza proseguì nel V secolo, quando anche l’acquedotto smise di funzionare ed il centro, divenuto, poi, per breve tempo un baluardo di Belisario, fu saccheggiato dai Saraceni nel IX secolo e abbandonato definitivamente per Gregoriopoli, un vicino borgo fatto fortificare da Gregorio IV.
Allo stato attuale della ricerca, la maggiore attestazione relativa ad una presenta ebraica ad O. è costituita dall’antica sinagoga, sita nel quartiere di PortaMarina (vicino al lungomare e di fronte alla via Severiana) e tornata alla luce fortuitamente solo nel 1961, durante i lavori per la realizzazione di una strada a grande percorrenza. Tale sinagoga si distingue, innanzitutto, dalle altre della Diaspora per essere stata costruita de novo: essa, infatti, non è frutto del riadattamento di un edificio preesistente[1]. La struttura, di tipo basilicale e con pavimentazione a mosaico floreale, presenta al suo interno tipiche decorazioni ebraiche, come la menorah scolpita in rilievo in prossimità dell'architrave della nicchia absidale.
Edificata inizialmente per gran parte secondo la tecnica dell'opus reticulatum, la sinagoga era composta da un’aula rettangolare circondata da vari ambienti, ed ospitava anche un bagno rituale ed un forno per le azzime: la grandezza e la tipologia della costruzione fanno pensare ad un nucleo di alcune centinaia di individui, tra i quali molti di ceto sociale elevato, cosa che si rifletterebbe anche nei diversi rifacimenti, tesi a “monumentalizzarla”. Le risultanze archeologiche mostrano, infatti, che l’edificazione iniziò nel I secolo e che l’impianto originario subì modifiche ed ampliamenti nei tre successivi e più precisamente: un rimodellamento tra la fine del II e l'inizio del III secolo (con aggiunta dell'Arca della Torah), un sostanziale rifacimento, anche decorativo, nel IV secolo (che ha portato all'impianto ancora visibile) e un ulteriore modifica verso la fine del IV secolo, alla quale è riconducibile l'attuale aedicula della Torah[2]. Particolarmente interessante un’iscrizione, in greco, che individua in un Mindius Faustus il donatore che aveva reso possibile la prima serie di interventi[3].
Precedentemente alla sinagoga erano state rinvenute, inoltre, tre epigrafi in greco e latino (un epitaffio, una scritta commemorativa e una celebrativa) databili al II secolo d.C.[4].
L’importante Comunità ostiense dell’età romana è, infine, testimoniata anche in una lapide rinvenuta a Castel Porziano, che riconduce alla donazione fatta al gerusiarca Gaio Giulio Giusto dalla Comunità stessa di un appezzamento di terreno posto inloco, nel quale egli potesse erigere un monumento funebre per la sua estesa famiglia[5].
Con la diminuzione di importanza di O. come porto, e la successiva decadenza ( a partire dal IV secolo), si perdono anche le tracce del nucleo ebraico locale.
Bibliografia
Lazzarini, M.T., Appendice: iscrizioni di Ostiae Porto, in La cultura ebraica nell'editoria italiana (1992), 185–187.
Milano, A., Storia degli ebrei in Italia, Torino 1963.
Olsson, B. (a cura di), The Synagogue of Ancient Ostia and the Jews of Rome: Interdisciplinary Studies, Acta Instituti Romani Regni Sueciae, Series IN 4, 57 (2001).
White, L.M., Synagogue and Society in Imperial Ostia: Archaeological and Epigraphic Evidence, in The Harvard Theological Review, Vol. 90, n. 1 (1997), pp. 23-58.
[1]Cfr. White, M.L., Synagogue and Society in Imperial Ostia, p. 27.
[2]Ivi, p. 34.
[3] White, M.L., op. cit., p. 41.
[4] Olsson, B. (a cura di), The Synagogue of Ancient Ostia and the Jews of Rome, passim. Lazzarini, M.T., Appendice: iscrizioni di Ostiae Porto, pp. 185-187. Per la descrizione della sinagoga cfr. anche Milano, A., Storia degli ebrei in Italia, p. 437.
[5]Milano, A., op. cit., p. 26.