Soave

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Soave

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Soave  (סואבה )

Provincia di Verona. Insediamento di origine romana, il castello di S. è però attestato nei documenti per la prima volta nel X secolo.

La proibizione di stipulare nuove condotte feneratizie a Verona (1447) non colpì S., in cui appariva già costituita una Comunità agli inizi del XV secolo, quando gli ebrei ricevettero dal doge Francesco Foscari il permesso di rimanere nella località, compresi i privilegi che erano stati accordati alla Comunità veronese.  

Tale Bonaventura ottenne un permesso decennale per tenere un banco di pegni nella località, con facoltà di abitare con la famiglia e i servitori a S. o a Verona.

Nel 1429 gli ebrei di S. tornarono a Verona, ricevendo conferma della condotta per questa città, che fu poi nuovamente estesa alla comunità di S.[1]

Manno del fu Maier de Alemania si trasferì a S., presumibilmente dopo il primo trentennio del XV secolo[2] e Niccolò V nel 1451 assolse il Comune e gli uomini di S. per aver firmato una condotta con dei prestatori ebrei e per aver loro permesso di continuare a fenerare[3].

Nella seconda metà del Quattrocento i Del Medigo di Candia erano titolari del banco di S. (e poi di Colonia Veneta, alla fine del secolo, che, tuttavia, era a latere per la sua totale autonomia giurisdizionale dal comune di Verona)[4].

Da una lapide del 1611 sappiamo, poi, che all’epoca la presenza ebraica a S.[5] non era cessata e, nel XX secolo, era rimasta ancora una contrada locale denominata “Contrada degli Ebrei”[6].

Bibliografia

Morpurgo, E., Inchiesta sui Monumenti e Documenti del Veneto interessanti la storia religiosa, civile e letteraria degli ebrei, Udine 1912.

Pavoncello, N., Gli ebrei in Verona. Dalle origini al secolo XX, Verona 1960.

Varanini, G. M., Appunti per la storia del prestito e dell’insediamento ebraico a Verona nel Quattrocento. Problemi e linee di ricerca, in Cozzi G. (a cura di), Gli ebrei e Venezia, Milano, 1987, pp. 615-626.


[1] Pavoncello, N., Gli ebrei in Verona, p. 21. Secondo informazioni raccolte dal Pavoncello, durante la sua permanenza a Verona, sarebbero stati conservati alcuni “ Capitoli”  tra il Comune di S. e la comunità ebraica, dal 1400  in poi. Cfr. ibidem,p. 37. 

[2] Varanini, G.M., Appunti per la storia del prestito e dell’insediamento ebraico a Verona nel Quattrocento, p. 619.

[3] Simonsohn, S., Apostolic See, doc. 790.

[4] Varanini G.M., op. cit.,p. 621.

[5] Si tratta della lapide di tale Scilla di Soave, morta nel 1611. Per la trascrizione e la traduzione della lapide, cfr. Pavoncello, N., op. cit., pp. 105-106.

[6] Ivi, p. 21. In tale contrada, secondo il Morpurgo, vi sarebbe stata nel XVI secolo una sinagoga, di cui si sarebbe persa ogni traccia. Cfr Morpurgo, E., Inchiesta sui Monumenti e Documenti del Veneto interessanti la storia religiosa, civile e letteraria degli ebrei, p. 13,  nota 22.

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