Mineo

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Mineo

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Mineo, posta in Val di Noto fra Caltagirone e Militello, nella Sicilia sud-orientale, fu fondata sull'antica Mene e fece parte delle terre della Camera Reginale.

Le prime testimonianze di una presenza ebraica a nostra disposizione datano al periodo compreso fra il 1355 e il 1361, quando a Maestro Vita Susen, medico proveniente da Eraclea (oggi Cattolica Eraclea) fu confermata l'esenzione dal pagamento delle tasse, concessagli la prima volta intorno al 1355, e poi riconfermata in seguito: sappiamo, però, che già nel 1372 egli si trasferiva in altra località[1].

In epoca aragonese quella di M. fu una tipica comunità di medie dimensioni: i suoi membri furono impegnati nel commercio di materie prime (come grano, bestiame, olio e altri prodotti simili), furono affittuari di terre agricole e proprietari di mulini e frantoi e, solitamente, corrisposero le tasse insieme agli altri ebrei delle terre reginali.

Il quartiere ebraico di M. era situato nel settore sud-occidentale della cittadina, dove nel XV secolo si trovava una contrada Pusterna dei giudei e, al giorno d’oggi, rimane la “via Giudei”[2].   

 


[1] Calabrese, Mineo, passim;Rizzo Pavone, Gli Archivi di stato siciliani, p. 80 e segg. Doc. 663, 766, 983, 1295. Nel frattempo un altro medico ebreo si era stabilito a Mineo: si veda Simonsohn, Jews in Sicily, Doc. 858, 859. Sui rapporti degli ebrei con l'autorità, con le istituzioni comunitarie ed altri aspetti si veda la voce relativa alla città di Palermo.

[2]  Pusterna nel dialetto locale significa  porta, apertura.

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