Caravaggio

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Caravaggio

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Provincia di Bergamo. Posto in pianura, tra il Serio e l'Adda, C. fu forse di fondazione longobarda, ma il toponimo si riscontra solo a partire dal X secolo. Il centro, dato a Milano dal Barbarossa, fu per lungo tempo conteso tra questa città e Venezia, subendo nel ‘300 e nel ‘400 l’occupazione di Visconti e Sforza ed in piena Età Moderna quella di spagnoli e austriaci.

Il primo accenno a duna presenza ebraica a C. risale al 1459, quando il podestà locale ricevette ordine di evitare a tale Angelo ogni impazo, in quanto egli era rispettato dal Duca per il suo senso del dovere e per la sua solerzia.

Sappiamo che tale presenza continuò negli anni, senza che, tuttavia, venisse fatta menzione del nome del feneratore di C., sino al 1468, quando si esplicita che Angelo di C. era stato accusato di essere in possesso di valuta falsa e, riconosciuto innocente, era stato reintegrato nei suoi beni e nella sua attività l'anno seguente.

Nel 1470 Angelo di Giuseppe di C. ebbe il permesso di tenere un banco a Cassano d'Adda (Casiane supra Abdua) alle stesse condizioni di cui godeva a C., praticando il prestito all'interesse mensile di 10 soldi per fiorino. L'anno successivo, Angelo figurava nella lista degli ebrei in ritardo con il pagamento delle tasse ducali e risultava aver lasciato C. per trasferirsi a fenerare ad Alessandria.

Tre anni più tardi, gli ebrei di C. vengono ricordati in occasione della richiesta di Salomone di Alessandria di riscuotere i loro debiti attraverso l'apparato legale dello Stato, nonostante il privilegio ebraico stabilisse l'autogestione in materia di controversie tra ebrei.

Nel 1474, dietro lagnanza di tale Cervio tedesco, residente a C., il duca intervenne per impedire che i frati tentassero di espellerlo, ma sappiamo che, poco dopo, la popolazione protestò ed il feneratore fu esortato a venire a patti con il Comune, pena l'intervento ducale.

Gli ebrei della regione di C. ricevettero poi, nel 1480, l'ordine di recarsi a Piacenza per partecipare alla ripartizione delle tasse da pagare all'erario ducale.

Dopo un intervallo di più di cinquant'anni, è documentata a C. la presenza di Mosè de Bassano che, oltre che a Lodi, gestiva qui un banco, con l'intenzione di aprirne uno a Cremona. Poco dopo, nel 1538, lo stesso Mosè ed il nipote, Daniele de Bassano, ambedue residenti a Cremona, generosamente perdonarono a coloro che li avevano rapinati nel loro banco di C. nel 1535.

Nel 1542 risultava risiedere e gestire il banco locale Isahac (Isach) del fu Aronne di Tiziano, da cui iniziò a lavorare Moses di Poyesibus che, poi, volendo trasferirsi altrove, dovette indennizzare lo stesso Isach e trovare un famulo ebreo fidato che lo sostituisse nel banco di C. alle medesime condizioni, ovvero per 16 scudi d'oro di salario.

In merito all’attività feneratizia a C., va notato che, dal 1539-40 e per oltre un decennio, il tasso d'interesse praticato fu molto elevato, oscillando dal 60% al 30% (sui mutui superiori a 350 lire)[1].

Nel 1544 gli ebrei di C. corrisposero all'erario la loro quota e verso la meta del secolo,Isach di Tiziano, che continuava a risiedere e a gestire il banco qui, figurava tra i rappresentanti dell'Università, cui spettava di consentire l'ingresso nello Stato agli ebrei forestieri che volessero venire a stabilirvisi e a prestare. La  famiglia di Isach continuò del resto a vivere a C. anche negli anni Settanta, quando Lazzaro di Isach de Tizanis gestiva il banco: questi, trasferitosi a Lodi, dal 1579 ebbe come procuratore Simone del fu Simone de Levi, residente a C.

Nei documenti seguenti, tuttavia, Lazzaro veniva nuovamente detto abitante a C. e lo si ritrova, nel 1588, nell'atto notarile con cui nominava suo procuratore un cristiano, Francesco di Hieronimo Colpano.

Nel 1589 risultavano vivere a C. sei ebrei[2] ed il già citato Lazzaro del fu Isacco Tizano si ritrova  nei documenti sino al 1596[3], costituendo l’ultima testimonianza del nucleo ebraico della località[4].

Bibliografia

Segre, R., Gli ebrei lombardi nell'età spagnola: storia di un’espulsione, Torino 1973.

Simonsohn, S., The Jews in the Duchy of Milan, 4 voll., Jerusalem 1982–1986.


[1] Segre, R., Gli ebrei lombardi nell'età spagnola, p. 8.

[2] Segre, R., op. cit., p. 114; Simonsohn, S., The Jews in the Duchy of Milan, III, doc. 4038.

[3] Simonsohn, S., op. cit., I, doc. 600, 973, 1051, 1063, 1065, 1066, 1068, 1121, 1128, 1183, 1267, 1313, 1473, 1525, 1527; II, doc. 1970, 1972, 2464, 2477, 2498, 2525, 2538, 2716; III, doc. 3611, 3651, 3762, 3781, 3787, 4016; IV, p., 2635; III, doc. 4016, 4168, 4289.

[4] Simonsohn, S., op. cit.,, I, doc. 600, 973, 1051, 1063, 1065, 1066, 1068, 1121, 1128, 1183, 1267, 1313, 1473, 1525, 1527; II, doc. 1970, 1972, 2464, 2477, 2498, 2525, 2538, 2716; III, doc. 3762, 3781, 3787, 4016; IV, p. 2635; III, doc. 4038, 4168, 4289.

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