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Provincia di Ascoli Piceno. Insistendo su di un’area abitata già nel Paleolitico, l’insediamento ospitò Umbri e Piceni, diminuendo d’importanza in epoca romana. A partire dal XII secolo assunse la denominazione attuale e, libero Comune nel XIII, fu riconosciuto come città e diocesi solo nella seconda metà del ‘500 da Pio V.
Nel 1409 papa Gregorio XII 220 armigeri condotti dal guelfo Rodolfo da Varano e dai suoi figli Gentilpandolfo e Berardo e come stipendio assegnò loro il denaro dalle tasse da esigere quell’anno in varie località e comunità ebraiche dei propri domini: il contributo dovuto dai giudei di M. in quell'anno e nel 1412 fu, rispettivamente, di 14 ducati e 31 bolognini e 4 fiorini e 37 bolognini, e nel 1414 ammontò a 14.30.2.6 ducati[1].
Il camerlengo papale confermò nel 1526 la condotta per l'esercizio del prestito a R., firmata in precedenza fra il comune e Onorata, vedova di Prospero da Ginesio, e concesse alla donna una tolleranza decennale[2].
Banchieri in questa località furono poi Salomone di Giuseppe da Cortona, abitante ad Ascoli Piceno (1541), Gabriele di Emanuele da Penne (1543), lo stesso Gabriele e Benedetto di Ventura da Caramanico a Penne (1548)[3].
Bibliografia
Simonsohn, S., The Apostolic See and the Jews, 8 voll., Toronto 1988-1991.