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Provincia di Ascoli Piceno. Situato tra la valle dell' Aso, quella del Tesino e del Tronto, fu fondato nel V secolo per sfuggire alle scorrerie barbariche. Dopo essere stato sotto l’abbazia di Farfa, divenne libero Comune, per essere poi annesso allo Stato Pontificio da Sisto V.
Gli ebrei di F. furono fra le comunità costrette a finanziare le truppe di papa Gregorio XII nel 1408-14: la tassa dovuta oscillò fra 36 bolognini e 16 denari e 2 ducati e 30 bolognini[1].
Il camerlengo papale concesse nel 1534 una proroga quinquennale della licenza per poter fenerare a F. a Moyse di Angelo da Sulmona, ai membri della sua famiglia e soci, e dette un'altra proroga nel 1543 allo stesso Angelo e ad Emanuele di Salamone. La licenza fu poi nuovamente prorogata nel 1548 per altri cinque anni a Sabbatuccio, figlio di Moyse. Oltre che a F. i banchieri, potevano fenerare anche a Santa Vittoria[2].
Nel 1548 Moyse figurava fra i prestatori ebrei delle Marche perdonati da papa Pailo III per non aver osservato le regole per il prestito stabilite dal cardinale Guido Ascani Sforza, camerlengo papale e confermate dal pontefice[3].
Bibliografia
Simonsohn, S., The Apostolic See and the Jews, 8 voll., Toronto 1988-1991.