Rivarolo

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Rivarolo

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Rivarolo (ריברולו)

Provincia di Mantova. Dopo aver fatto parte del territorio dominato dai Gonzaga di Mantova, passò sotto il dominio dei Gonzaga di Bozzolo, che fu ereditato, dopo il 1540, da Vespasiano Gonzaga di Sabbioneta.

Durante gli anni 1708-1746, R. venne aggregata al ducato di Guastalla, ancora sotto i Gonzaga, mentre dal 1746, fece parte dell’impero asburgico 

Il primo documento relativo ad ebrei impegnati nel prestito a R. risale al 1522, quando Giuseppe, Salomone e Lazzaro (Eleazar) di Mosè Levi da R.  ricevettero da Federico II di Mantova  il permesso di condurre un banco feneratizio nella località (nonché a Bozzolo e San Martino dall’Argine)[1].

Dai pochi documenti rimasti a disposizione[2] risulta che l’attività di banco proseguì durante i secoli XVI e XVII. Nel 1590 i fratelli Angiolo (Mordekhai) Finzi, Salomone e Sansone da Guastalla ebbero l’autorizzazione a condurre il banco per 22 anni e, nel 1609, Salomone Guastalla e gli eredi del defunto Angelo Finzi ottennero il consenso papale per fenerare per 12 anni, con i privilegi dei banchieri operanti all’interno e all’esterno degli Stati della Chiesa. Dieci anni più tardi, fu la volta di Salomone Guastalla e di Salomone, Simone e Giacobbe “De Finzi”, riuniti in società e, infine, nel 1633, ottennero una proroga dodecennale Giacobbe Finzi e gli eredi di Salomone da Guastalla, riuniti in società, secondo le regole del principe di Bozzolo ( perdute con la distruzione dell’archivio principesco)[3]

Dopo l’espulsione degli ebrei (1630), in seguito alla Guerra di successione mantovana, alcuni membri del Consiglio della Comunità di Mantova lasciarono San Martino, dove si erano rifugiati, per andare a vivere a R.[4].

Dopo un secolo (1730), si ritrova un accenno all’insediamento di R., quando gli ebrei locali (insieme a quelli degli altri centri passati sotto i Gonzaga di Guastalla), chiesero al duca Giuseppe Maria la conferma dei privilegi goduti ab antiquo[5]

La situazione economica degli israeliti di R. sembra essere stata difficile, all’epoca, dato che nel 1732 la Comunità di Mantova fu chiamata ad assistere finanziariamente gli orfani di un ebreo di R. che era morto[6].

Trent’anni più tardi, la Comunità di Mantova, intenzionata a mantenere il controllo sul numero degli ebrei che desideravano insediarsi nelle Comunità rurali, prese provvedimenti contro la famiglia Finzi, che stava cercando di far installare dei correligionari a R., senza il suo consenso[7].

Il celebre rabbino Hayyim Yosef Azulai visitò, nel 1776, una serie di località del mantovano, tra cui R. e, verso la fine del secolo, un emissario da Hebron si recò a R. ed in altri abitati della zona[8].

Attività economiche

Gli ebrei, attivi nel prestito all’inizio del loro insediamento nella località, sotto il governo austriaco si distinsero nel commercio su vasta scala, nella promozione dell’agricoltura e della lavorazione della seta e nell’industria del pellame, sotto l’egida dei fratelli Finzi di R.[9].

Demografia

Da documenti del 1773 risulta che vi erano  allora 87 ebrei a R.[10].

Sinagoga

Da un responsum di Yishmael Cohen risulta che vi era a R. una sinagoga della famiglia Levi, di cui non si conosce l’anno di istituzione: tale sinagoga risultava già caduta in disuso agli inizi del XX secolo[11].

Cimitero

L’antico cimitero ebraico di R., scoperto casualmente, nel 1973, durante dei lavori di costruzione, era ubicato presso la Porta Brescia. Due lapidi funerarie sono state recuperate e conservate alla Pro loco[12].

Bibliografia

Colorni, V., Appunti sugli ebrei a Bozzolo, in Judaica Minora. Nuove Ricerche, Milano 1991, pp. 17-52.

Loevinson, E., La concession de banques de prêts aux Juifs par les Papes des seizième et dix-septième siècles, in REJ  XCIV, (1933), pp. 167-183.

Sacerdoti, A. - Fiorentino, L., Guida all’Italia ebraica, Casale Monferrato 1986.

Sacerdoti, A., Tedeschi Falco, A. ( a cura di), Lombardia. Itinerari ebraici, Venezia 1993.

Simonsohn, S., The History of the Jews in the Duchy of Mantua, Jerusalem 1977.

Simonsohn, S., The History of the Jews in the Duchy of Milan, Jerusalem 1982-1986.


[1]  I figli di Mosè Levi da R. erano stati feneratori a Marcaria sino dal 1511, pertanto, l’insediamento ebraico a R. risale a prima del 1522. Simonsohn, S., History of the Jews in the Duchy of Mantua, p. 227 (nota). Giuseppe fece causa nel 1541 perché alcuni suoi debitori a Cremona saldassero il dovuto. Simonsohn, S., Milan, doc. 2472. Su Federico II di Mantova , cfr. la voce “Bozzolo” della presente opera.

[2] Dopo il passaggio sotto la signoria di Bozzolo, i documenti non sono stati più conservati negli archivi centrali di Mantova e, d’altro canto, gli archivi dei domini di Bozzolo e Sabbioneta sono stati distrutti, per cui la documentazione è necessariamente assai  lacunosa. Simonsohn, S., Mantua, p. 227 (nota); si veda anche la voce “Bozzolo” della presente opera.  

[3] Loevinson, E., La concession de banques de prêts aux Juifs par les Papes des seizième et dix-septième siècles, p. 178.

[4] Simonsohn, S., Mantua., pp. 55-60; per alcuni particolari sulla situazione degli esuli ebrei che da San Martino scelsero di trasferirsi a R., trattati in  responsa rabbinici, vedi ivi, p. 56, nota 193.

[5] Colorni, V., Appunti sugli ebrei a Bozzolo, p. 22.

[6] Simonsohn, S., Mantua, p. 412.

[7] Ivi, p. 413, nota 280.

[8] Ivi, pp. 495-496; p. 497 (nota).

[9] Ivi, p. 304; p. 309.

[10] Ivi, p. 194, nota 22.

[11] Per ulteriori dettagli sulla sinagoga, relativi a un’epoca posteriore a quelle di cui si occupa la presente opera, vedi Sacerdoti, A. - Fiorentino, L., Guida all’Italia ebraica, p. 91; Sacerdoti, A., Tedeschi Falco, A. ( a cura di), Lombardia. Itinerari ebraici, p. 88. La sinagoga fa parte di un edificio in cui abitavano gli ebrei della località, formato di stanze comunicanti dall’interno con la sinagoga stessa. Ibidem.

[12] Un  altro cimitero ebraico sarebbe stato istituito nel XIX secolo.  Sacerdoti, A., Fiorentino, L., op. cit., p. 91; Sacerdoti, A., Tedeschi Falco, A., op. cit., pp. 88-89. Per un cenno ai resti delle antiche lapidi funerarie, vedi anche Simonsohn, S., Mantua, p. 574.  

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