Gazzuolo

Titolo

Gazzuolo

Testo

Gazzuolo (גזולו )

Provincia di Mantova. Nel XVI secolo G. apparteneva ai principi di Bozzolo, ma in seguito passò sotto il dominio diretto dei duchi di Mantova.

Una presenza ebraica a G. agli inizi del secolo XVI viene segnalata nei documenti: in particolare nel 1520 risulta che la taverna degli ebrei di Mantova era stata data in affitto  per dieci anni a Benedetto (Barukh) di Abramo Finzi da G.[1].

Nel 1543 il camerlengo papale concesse in questa località a Sansone Finzi una licenza di commerciare, di tenere una sinagoga e di servirsi di ostetriche e balie cristiane. Nel 1566 lo stesso Sansone – che aveva ricevuto a suo tempo il permesso di fenerare dal marchese Federico di G. - data l’età avanzata, ebbe l’autorizzazione di trasferire il banco al figlio Salomone ed ai suoi eredi. Qualche anno dopo, Salomone ottenne conferma del diritto di prestare, passato in seguito ai figli Bonaiuto (Azariah), Angelo (Mordekhai) e Graziadio (Hananiah), sino al 1590, quando andò a Mosè, Isacco e Dolce Almagiati, per poi tornare ai fratelli Finzi nel 1594[2].     

Dopo che G. andò sotto il dominio diretto dei duchi di Mantova (fine del XVI secolo), gli ebrei  locali si rifiutarono di partecipare alla tassazione dei correligionari della capitale e della provincia: la controversia si protrasse per alcuni anni, a partire dal 1589, sinché non furono costretti a sottomettersi alle imposte. Nel 1597 i feneratori di G. pagavano ( insieme a quelli di Dosolo) circa 265 scudi[3].

L’attività del banco feneratizio continuava a G. sino al primo trentennio del XVII secolo[4].

Intanto, speciali misure di sicurezza per proteggere gli ebrei dagli attacchi della popolazione cristiana erano stati presi in occasione della nascita dei figli di Francesco II (1609 e 1611)[5].

Tra le comunità ebraiche obbligate, negli anni venti del secolo, all’acquisto del surplus delle scorte di grano ducali  vi era anche G.[6].

G. fu tra le località invase dalle truppe tedesche durante la guerra di successione del mantovano: dall’appello lanciato al Duca da Eliel Guastalla e soci risulta che i banchieri, avendo perso in questa occasione tutti i beni, sarebbero stati costretti alla mendicità, se non fossero stati aiutati, e che avevano deciso di restare, per il momento, fuori dal ducato, lasciando degli agenti a condurre i loro affari[7].

Verso la fine degli anni Settanta, crebbe la dipendenza degli ebrei di G. (come delle altre località dell’area) dalla Comunità di Mantova,  senza il permesso della quale era loro proibito di accogliere forestieri[8].

All’inizio del XVIII secolo, le autorità austriache informarono il governatore di G. (come di altre località) che gli israeliti non dovevano essere tassati localmente, perché pagavano già alla Comunità di Mantova[9].

Nel 1710 quest’ultima di Mantova si rivolse agli organi di potere perché proteggessero gli ebrei di G., malmenati durante la Pasqua dell’anno precedente. Nel 1713 fu reiterato l’ordine di proteggerli durante le prediche di un frate, che, all’epoca, aveva iniziato ad essere attivo nel mantovano[10].

Dopo il passaggio sotto il governo austriaco, anche gli ebrei di G. prestarono giuramento di obbedienza ai nuovi regnanti[11] e, alla fine degli anni Venti del secolo, G. fu sottoposta alla giurisdizione delle autorità mantovane, insieme ad altre quattro Comunità rurali con cui condivideva una situazione economica poco prospera e, di conseguenza, l’impossibilità di partecipare in modo rilevante alle tasse da devolversi alla Comunità della capitale. Inoltre, nel corso del secolo, il numero crescente dei vagabondi ebrei, con il conseguente aggravio di spese, indusse i vari gruppi ebraici, tra cui quello di G., a prendere provvedimenti per evitare gli esborsi relativi[12].

Nel 1742 la circolazione di libelli contro gli ebrei praghesi, a G. e altrove, indusse le autorità ad ordinare al governatore locale l’espulsione dei venditori degli stessi, pena la prigione, se non avessero lasciato il territorio mantovano[13].

Dopo la  propagazione dell’opera antiebraica ‘Gnora Luna e la repressione dei moti che ne erano conseguiti, nel 1754 venne indetto, in una serie di località tra cui G., un giorno di digiuno per commemorare la cessazione delle vessazioni[14].

Tre anni più tardi (1757), anche la Comunità di G. partecipò al digiuno per propiziare la vittoria austriaca, durante la “guerra dei sette anni” ( o terza guerra di Slesia)[15].

Nell’ambito degli sforzi conversionistici della Chiesa, durante il XVIII secolo si trovano svariati documenti relativi alla fuga di Anna di Lazzaro (Eleazar) Portaleone  dalla casa paterna a G., nel 1764. La ragazza, che era stata indotta a tale passo da motivi familiari, fu aiutata da cristiani che sembra si approfittassero della situazione per convincerla a convertirsi, come, di fatto, avvenne[16]

L’ultimo documento rimastoci sulla Comunità di G. risale al 1772 e riguarda la decisione della Comunità di Mantova di stanziare una somma annuale per lo stipendio del maestro per i ragazzi ebrei della località[17].

Attività economiche

Gli ebrei di G., dall’inizio del loro insediamento, erano attivi nel prestito.

Nel 1708 i fratelli Cantoni commerciavano a G. in tessuti, pellicce, medicinali, salsicce e granaglie e, inoltre, erano attivi nella manifattura della seta ed esercitavano il monopolio del tabacco, dell’olio e del sale. Circa una decina d’anni più tardi, ebrei di G. risultavano proprietari di telai per la lavorazione della seta[18].

Demografia

Da documenti del 1711 sappiamo che vi erano allora otto nuclei familiari a G.[19], mentre nel 1764 gli ebrei presenti erano 27[20].

Personaggi famosi, rabbini

David Reubeni (ha-Reuveni) arrivò nel 1530 a G. con l’intenzione di recarsi a Mantova[21].

Alla fine del XVI secolo e all’inizio del XVII fu rabbino a G. (ed in altre località) Hananiah di Shlomo Finzi, attivo anche nel prestito[22]. Nel Seicento secolo fu altresì rabbino a G. per un periodo Menahem Shimshon di Shlomo Basilea (nato a Mantova nella prima metà del secolo), astronomo, impegnato nelle discipline attinenti il calendario e autore di responsa[23].

Yaaqov ha-Kohen di G. fu tra gli stampatori di Sabbioneta, nella seconda metà del secolo XVI[24].

L’attore Simon (Shlumiel) Basilea organizzò la recita di una commedia a G.  nel 1608[25]

 

Bibliografia

Colorni, V., Appunti sugli ebrei a Bozzolo, in Judaica Minora. Nuove Ricerche, Milano 1991.

Simonsohn, S., The Apostolic See and the Jews, 8 voll. Toronto 1988-1991.

Simonsohn, S., The  History of the Jews in the Duchy of Mantua, Jerusalem 1977.

Simonsohn, S., The History of the Jews in the Duchy of Milan, Jerusalem 1982-1986.


[1] Simonsohn, S., History of the Jews in the Duchy of Mantua, p. 407, nota 261; ivi, p. 228 (nota). Documenti relativi al passaggio di David Reubeni a G., nel 1530, confermano la presenza di ebrei nella località durante i primi decenni del XVI secolo (ivi, p. 22). Inoltre, il medico ebreo Lazzaro Portaleone risultava, nel 1526, al servizio del signore di G., Pirro Gonzaga (Colorni, V., Appunti sugli ebrei a Bozzolo, in Judaica Minora. Nuove Ricerche, p. 18, nota 4).  

[2] Ibidem.Va rilevato il ripristino, nel 1557, del prestito (proibito nel 1547) come fattore decisivo per  il consolidarsi della presenza ebraica a G. (ivi, p. 21). Vedi, inoltre, Simonsohn, S., Milan, doc. 2928; Idem, Apostolic See, doc. 2251.

[3] Simonsohn, S., History of the Jews in the Duchy of Mantua, p. 166; p. 390; cfr., p. 393, nota 222; p. 508, nota 22; pp. 510-511 (nota).

[4] Ricevettero l’autorizzazione a fenerare, nel 1605, i fratelli Finzi (Bonaiuto, Angelo e Graziadio); nel 1609, i Finzi ebbero il permesso di vendere il banco ai figli di Giuseppe da Fano; nel 1626, tenevano, invece, il banco Angelo (Mordekhai) e  Gabriele Guastalla. Ivi, p. 236 (nota).  

[5] Ivi, p. 127, nota 76.

[6] Ivi, p. 280 (nota).

[7] Ivi, p. 51; p. 66. Eliel Guastalla era l’emissario degli esuli a Verona. Ivi, p. 66, nota 211; cfr., ivi, nota 195.

[8] Ivi, p. 72, nota 227.

[9] Ivi, p. 299. Per i problemi connessi con i tentativi di estorcere una  doppia tassazione, cfr. p. 409, nota 263;  p. 410, note 264, 266. 

[10] Ivi, p. 80. La Comunità di Mantova veniva sollecitata a intervenire dal quella di G. anche nel 1744, con la richiesta di essere difesa dall’Inquisitore di Cremona, da cui dipendeva G., per paura che venisse applicata anche qui la proibizione della macellazione rituale emessa a Sabbioneta (che dipendeva a sua volta dallo stesso Inquisitore). Ivi, p. 411.

[11] Tale giuramento venne prestato, nel 1711, all’Imperatore e, nel 1740, all’Imperatrice Maria Teresa. Ivi, p. 144, note 130, 131.

[12] Ivi, p. 82;  p. 523, nota 54.

[13] Ivi, pp. 85-86.

[14] Ivi, p. 90, nota 284.

[15] Ivi, p. 77, nota 245.

[16] Ivi, p. 158 (nota).

[17] Ivi, p. 594.

[18] Ivi, pp. 299-300.

[19] Ivi, p. 193.

[20] Ivi, p. 194, nota 18.

[21] Ivi, pp. 21-22.

[22] Ivi, pp. 708-709. Su di lui, vedi anche p. 724.

[23] Ivi, p. 697. Sull’attività del Basilea, del figlio Aviad Sar Shalom e del nipote Refael Hayyim relative al calendario , vedi p. 651.

[24] Ivi, p. 682.

[25] Ivi, p. 666.

Geolocation