Castelgoffredo

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Castelgoffredo

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Castelgoffredo (קסטילגופרידו)

Provincia di Mantova. Posto sulla sinistra del fiume Chiese, in un’area abitata già nell’età del bronzo e divenuta parte poi del territorio etrusco e romano, C. appartenne alla contea di Brescia dal IX al XII secolo e di venne in seguito libero Comune. Dal XIV alla seconda metà del XV secolo il centro fu dominato alternativamente dai Visconti, dai Malatesta, dalla Repubblica di Venezia e dai Gonzaga, con i quali divenne capitale di un piccolo feudo autonomo.

Il primo accenno relativo alla presenza ebraica a C. (denominato, nei primi documenti, “Castel Giuffré”) risale al 1468, quando, dietro richiesta della popolazione locale, Leone (Yehudah) e Giacobbe di Emanuele (Menahem) Norsa, feneratori a Mantova, ricevettero il permesso di prestare nella località. Nove anni più tardi, tuttavia, la popolazione chiese che il banco, troppo prospero, venisse fatto spostare altrove. Il governatore di C., per conto del Marchese, oppose alle argomentazioni dei locali la considerazione che, in assenza del banco, i poveri avrebbero dovuto ricorrere ai prestatori cristiani che esigevano un tasso d’interesse superiore a quello chiesto dagli ebrei[1].

Nel 1480 Leone e i figli Emanuele (Menahem), Daniele, Simone (Shemuel) e Mosè  ricevevano la absolutio, insieme agli eredi di Giacobbe (fratello di Leone) e a Bonaventura (Meshulam), suo socio, tutti feneratori a Mantova e a C.[2].   

Per ulteriori documenti occorre attendere il XVI secolo, quando, nel 1540, erano autorizzati a prestare Giacobbe e suo figlio Deodato (Nataniel) Norsa, che gestirono il banco sino al 1558, quando la licenza passò a Giacobbe e Prospero (Matzliah) di Deodato Norsa, venendo loro rinnovata nel 1568[3].

Dopo che il vescovo di Mantova ebbe ordinato che gli ebrei di una serie di località sottoponessero a censura i propri libri, risulta che anche a C. venissero espurgati centinaia di testi[4].

Membri della famiglia Norsa tennero il banco anche nei primi anni del Seicento[5], nonostante un Monte di Pietà fosse stato istituito negli anni Settanta del XVI secolo[6].

In occasione della nascita dei figli di Francesco II (1609 e 1611), in svariate località, tra cui C., vennero prese particolari misure per proteggere gli ebrei dai moti ostili della popolazione che accompagnavano tradizionalmente i lieti eventi della casa ducale[7].

Documenti processuali del XVII secolo attestano la presenza di svariati prestatori, quali Leone Basilea, Moisè de Norsa e figli, Jaakov Pugliese, i Fano ed i Finzi[8].

Una piccola Comunità sarebbe sussistita ancora alla fine del XVIII secolo, secondo quanto attesterebbe il fatto che, nel 1800, il regio cancelliere censuario voleva conoscere gli acquisti di fondi fatti dagli ebrei della località[9].  

 

Attività economiche

Gli ebrei di C. furono attivi soprattutto nel prestito[10]: tuttavia, nel 1589, Zaccaria da Civita ottenne il permesso di stabilire nella località una bottega di drappi[11].

Nel XVIII secolo gli ebrei erano anche appaltatori di dazi, quali quelli del tabacco, dell’acquavite, dell’olio e di altri beni di consumo[12].

Bibliografia

Bonfiglio, F., Notizie storiche di Castelgoffredo, Brescia 1922.

Perani, M. (a cura di), Gli ebrei a Castel Goffredo, Firenze 1998.

Simonsohn, S., The History of the Jews in the Duchy of Mantua, Jerusalem 1977.


[1] Archivio Gonzaga di Mantova, Libro dei decreti, 19 agosto1468, citato in Simonsohn, S., History of  the Jews in the Duchy of Mantua, p. 212 (nota). Riguardo all’opposizione dei locali al banco ebraico, vedi ibidem; cfr. Bonfiglio, F., Notizie storiche di Castelgoffredo, p. 135.   

[2] Simonsohn,  S., op. cit., p. 212 (nota).

[3] Ivi, p. 225 (nota). Per ulteriori particolari sulle vicende del banco di Deodato Norsa, cfr. Perani, M. ( a cura di),  Gli ebrei a Castel Goffredo, p. 60 e segg.

[4] Risultavano espurgati, infatti, 912 testi stampati, conteggiati fra quelli di C. e di altre località (La Volta, Canneto e Castiglione). Simonsohn,  S., op. cit., pp. 690-691.

[5] Nel 1603 troviamo Mosè Norsa e nel 1612, i suoi figli:  Davide, Isacco e Leone (Yehudah).Ivi,p. 236 (nota).

[6] Perani, M., op. cit., p. 73.

[7] Simonsohn, S., op. cit, p. 127, n. 76.

[8] Archivio Storico Comunale (ASC) di Castel Goffredo, “XVIII. Oggetti vari.22. Ufficio pretoriale. b)”, b. 253, 1.19; 254, 1.21; 254, 1.27; 256, 1,p; 272, 1.8. I procedimenti risalgono agli anni 1638, 1639-1641, 1647, 1650-1651, 1687, 1679-1684, e sono citati in Perani, M., op. cit., p. 72, nota 94; cfr. anche: pp. 19-20 e Appendice 5, pp. 120-121.

[9] ASC Castel Goffredo, “VII. Censo. 10. Oggetti vari”, b. 168,4, Indagine  circa gli acquisti di beni immobili operati da ebrei, Castel Goffredo 28-30 aprile 1800, citato in Perani, M., op. cit., p. 72, n. 97.   

[10]  Dalla condotta concessa a Deodato Norsa, nel 1549, risulta che l’interesse era del 20% per i residenti e del 30% per i forestieri; l’interesse variava dal 20% al 30% anche in seguito. Perani, M., op. cit., p. 63; p. 67.

[11] Ivi, p. 68.

[12] Ivi, p. 72.

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